Sport

Ascheri: “Far ripartire i campionati sarebbe eticamente scorretto e immorale”

Interviene il vicepresidente della Emma Villas Aubay Siena Guglielmo Ascheri: “Fermare tutti i campionati nazionali che non prevedano partecipazioni o interessi con manifestazioni europee o internazionali, solo questi ultimi possono avere un motivo di sospensione in attesa di capire, nel caso, se e come poter concludere la stagione sportiva. Per tutti gli altri questa attesa non ha più alcun senso; tanto vale bloccare subito le attività, quindi le classifiche, e mettersi immediatamente al lavoro con Leghe e Federazioni per individuare la miglior formula possibile di chiusura ed iniziare a ragionare sulla futura ripartenza a settembre, o quando questa sarà possibile. Bisognerà aprire un ragionamento di medio-lungo periodo e non su breve come qualcuno sta facendo cercando di tutelare i propri ‘presunti’ interessi. Fermarsi oggi per cercare di attenuare il colpo dovuto dalla criticità del momento, così da fornire la possibilità a tutte le società di organizzarsi ed avere il giusto tempo per individuare le corrette soluzioni che mirino alla tutela del presente e conducano all’identificazione di adeguate garanzie per il domani”.

Prosegue il dirigente biancoblu: “Come ho già detto all’inizio di questa situazione, lo sport è divertimento, è spettacolo, è intrattenimento, difficile pensare di riavere questi valori in un arco temporale ristretto. Difficile pensare di ripartire con i campionati tra 4/6 settimane, magari a porte chiuse, con squadre ferme da mesi, giocatori tornati nei propri paesi, nelle proprie case, dalle proprie famiglie. Con quale stimolo potremmo farlo? Con quale spirito ci ritroveremmo? E, più che altro, per quale motivo? Solo pensarlo oggi mi pare eticamente scorretto e immorale. Per questo, chi può è giusto che si fermi, anzi deve fermarsi. La tanto richiamata tutela ci dice questo, non altro. Tutela verso le necessità, le priorità, la salute, i bisogni delle gente, delle famiglie, delle aziende, dei nostri tifosi, dei nostri sponsor, di noi stessi, significa fare oggi questo triste, ma doveroso, passo. Sbagliato nascondersi dietro alla convenzionalità dei valori dello sport, dello sport come rinascita, dello sport portatore di un messaggio positivo di ripartenza; questo è sicuramente vero, tutto vero… ma in condizioni generali normali. Oggi passano in secondo piano. Pertanto: prendiamoci il giusto tempo per tutelarci tutti. Per tutelare i nostri movimenti sportivi, i nostri club, i nostri lavoratori, i nostri lavori e le nostre passioni. Fermiamoci, riflettiamo e programmiamo assieme la ripartenza, così che quando questo maledetto male sarà sconfitto saremo tutti più forti e desiderosi di ritrovarci nuovamente sui campi di gioco”.

 

Gennaro Groppa

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