Top scorer al recente Nike Hoop Summit di Portland, giocatore dell’anno dello stato dell’Arizona a livello di High School, quarto più giovane esordiente nella storia della Nazionale Italiana di basket. Questo e molto altro è Nico Mannion, la nuova speranza della pallacanestro azzurra. Destinato alla Nba, Nico giocherà il prossimo anno con la maglia degli Arizona Wildcats, una delle più prestigiose università degli Stati Uniti.
Classe 2001, già soprannominato “Red Mamba” e “Ginja Ninja”, Niccolò “Nico” Mannion è nato a Siena ed è figlio del grande Pace, stella americana della Pallacanestro Cantù e della Virtus Siena, e dell’ex pallavolista italiana Gaia Bianchi. Per parlare della sua crescita cestistica in questa ultima stagione possiamo iniziare dal finale.
Ad aprile scorso si è giocato il tradizionale Nike Hoop Summit di Portland, una delle più importanti vetrine per i giocatori delle high school per mostrarsi agli scout e iniziare a mettere le basi per il proprio futuro nella Lega. E nell’edizione 2019 del torneo che in passato ha visto protagonisti stelle come Nowitzki e Durant c’è stato un assoluto dominatore: Nico Mannion. Schierato con la squadra del Resto del Mondo, l’azzurro ha lasciato a bocca aperta ex giocatori e osservatori delle franchigie Nba realizzando 30 punti con 8/14 al tiro (con tre bombe realizzate su sette tentativi) e 11/14 ai tiri liberi. Una prestazione scintillante che ha confermato l’idea che il miglior playmaker in uscita dal liceo quest’anno sia proprio il ragazzo nato in Toscana.
Quella dell’Hoop Summit è stata solo la ciliegina sulla torta di un’annata indimenticabile. Nico si era infatti presentato in Oregon forte del titolo statale a livello di High School, con in tasca il premio di miglior giocatore dell’Arizona e con uno score stagionale che recita: 30.4 punti, 6.2 rimbalzi e 6.2 assist a partita.
Numeri impressionanti che l’hanno catapultato direttamente in cima alla lista dei prospetti Nba per il 2020. Nell’ultimo aggiornamento del mock draft Jonathan Givony, esperto di DraftExpress ed ESPN, ha inserito Mannion alla sesta posizione assoluta, in prospettiva secondo play in ordine di preferenza dietro al francese Theo Maledon. Molto probabile che in quell’Nba che quest’anno vede Golden State a caccia del terzo anello consecutivo Nico ci entrerà dalla porta principale e con grandi aspettative sin dalla stagione 2020/2021, diventando il quarto italiano nella storia a calcare i parquet più prestigiosi del mondo.
Prima della carriera professionistica, però, Mannion avrà un altro impegno: quello di guidare gli Arizona Wildcats alla caccia del titolo Ncaa. La lista dei college che si sono presentati alla sua porta era lunghissima e comprendeva nomi come Duke e Kentucky. Il ragazzo di Siena ha però scelto la squadra allenata da Sean Miller e che in passato ha formato playmaker Nba come Mike Bibby e Gilbert Arenas per la possibilità di avere sin dalle prime uscite la squadra in mano. Mannion sarà infatti il regista titolare di un quintetto che avrà come altre stelle Josh Green e Zeke Nnaji e destinato a fare molta strada a livello universitario.
Intanto il playmaker si è tolto anche un’altra grandissima soddisfazione: nell’estate dello scorso anno è stato convocato per la prima volta dalla Nazionale Italiana di Meo Sacchetti, bagnando l’esordio nel match di qualificazione ai mondiali perso con l’Olanda con 9 punti, e rimbalzi e un recupero in 30 minuti sul parquet. Molto probabile che ci sia un posto anche per lui nei 12 che dal prossimo 31 agosto al 15 settembre difenderanno la maglia azzurra ai Campionati del Mondo cinesi.
D’altronde un ragazzo con le sue doti tecniche e atletiche manca alla squadra italiana. Alto 190 cm e dal fisico estremamente reattivo, Mannion ha già oggi una grande esplosività a livello di arti inferiori e una velocità innata che gli permette di battere quasi sempre l’avversario diretto in palleggio.
Attaccante temibile sia con la palla in mano che sugli scarichi, il toscano stupisce soprattutto per completezza tecnica. È infatti in grado di palleggiare bene con entrambe le mani ed è dotato di un primo passo fulminante, doti che unisce alla notevole tecnica di tiro, efficace sia quando parte dal palleggio che da fermo. Ma quello che più resta negli occhi è il vasto arsenale di armi offensive a disposizione. Nico è un realizzatore naturale e può far male sia giocando il pick and roll che in penetrazione e la sua combinazione di mobilità e intelligenza cestistica lo rende estremamente pericoloso anche nei panni della guardia tiratrice.
Forse l’aspetto che intriga di più di Nico, anche in prospettiva Nba, è la capacità di mettere in ritmo i compagni. Nonostante sia uno scorer, ha mostrato in questi anni una innata predisposizione a passare la palla in tutti i modi, sia dal palleggio che da fermo, a difesa schierata o in transizione e sugli scarichi.
Per presentarsi preparati al “piano di sopra” e al confronto con gli atleti professionisti, Mannion dovrà lavorare moltissimo sulla difesa, al momento l’aspetto meno sviluppato del suo repertorio. Difensore sufficiente sull’uomo, si trova meglio come ruba palloni e nell’intervenire sulle linee di passaggio ma dovrà rinforzarsi, soprattutto nella parte superiore del corpo, per reggere i contatti contro avversari più alti e più forti fisicamente. Molto probabile che Nico non diventi mai un candidato al premio di difensore dell’anno, ma se inserito nel giusto sistema potrebbe rivelarsi molto efficace anche nella propria metà campo.
Quello che nessuno, però, potrà insegnargli è la leadership, già oggi a livelli altissimi. In queste stagioni il “Red Mamba” non ha mai esitato di fronte a un tiro difficile e a prendersi le responsabilità per sé stesso e per i compagni. Il pallone nelle occasioni decisive e nei finali tirati è sempre stato nelle sue mani e il suo elevato QI cestistico gli ha fatto prendere spesso la decisione giusta. Nico gioca, a 18 anni appena compiuti, con la maturità di un veterano e con la lucidità che solo i più grandi playmaker hanno. La speranza è che possa metterle a servizio anche della maglia azzurra e che in un futuro non troppo lontano possa diventare il secondo italiano a vincere un titolo Nba dopo Marco Belinelli.