Dopo il secondo posto nel Campionato Regionale Special Olympics, la squadra allenata da Ms. Franco Rizzuto ha brillantemente superato un impegno importante: l’inserimento con il normodotato in una partita, reso possibile dalla generosa presenza dei calciatori dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato. Uno degli obbiettivi più delicati questo nel percorso che il progetto, promosso dal Comitato Associazioni Sportive Senesi, che impegna le consociate Le Bollicine e AIAC-Sezione di Siena, dopo un’ anno di allenamenti e competizioni con i diversamente abili. “ Il Mister, come lo chiamano i ragazzi, – afferma Marco Amadori, responsabile del progetto – ha fatto un lavoro eccezionale sui nostri “calciatori”; non solo sono migliorati nel coordinamento dei movimenti, ma hanno imparato la direzione verso al quale indirizzare la palla, sanno tenerla, sanno elaborare gli ordini anche impartiti da un gesto, una capacità tutt’altro che scontata, anche se praticano altri sport come l’equitazione o l’atletica. Inoltre è straordinario come riescano a fare squadra, difficoltà derivata anche dalla pratica di discipline individuali”
Ed ieri, sul terreno della pista polivalente “E.Lombardi” di S.Marco, accolti dal Siena Okey, la prima nuova esperienza: Pietro, Daniele con Mister Rizzuto hanno indossato la maglia dei Carabinieri, Lorenzo in porta al posto del titolare Riccardo infortunato, Alessandro e Giuseppe nella squadra formata da Guardia di Finanza e Polizia di Stato con la maglia della Robur, con il vigile supporto dei volontari de Le Bollicine.
Risultato? Sorprendente! Inseriti sin da subito nelle squadre, per nulla distratti dalla presenza di persone sconosciute, si sono impegnati con entusiasmo e un forte agonismo dando vita ad una partita piacevole, frizzante, giocata con schemi ragionati, arricchita da tanti goal, coinvolgete per chi la giocava e per chi vi assisteva.
Straordinari di atleti delle Forze di Polizia: hanno saputo con semplicità e naturalezza produrre gioco, non limitandolo o adattandolo alla presenza del diversamente abile, ma conducendolo nel rispetto delle regole più ferree, sapendo proporlo e svilupparlo con delicata determinazione.
Un’esperienza che il progetto è risoluto a proseguire, un’esperienza che può e deve costituire un metodo per una società che ha a cuore ogni suo membro ed si adopera per il suo benessere.