Giallorossi al lavoro oggi pomeriggio allo Stefano Lotti in vista del penultimo impegno di campionato
che domenica vedrà i Leoni far visita al Gavorrano. Il Direttore
Sportivo del Poggibonsi Giuseppe Cianciolo fa il punto
della situazione in casa giallorossa nella conferenza stampa del giovedì.
Direttore, l’umore in Viale Marconi dopo la retrocessione di due settimane fa.
“Siamo amareggiati e dispiaciuti per l’epilogo del nostro campionato, ma con la
coscienza a posto per aver cercato di lavorare al meglio per il bene di questa società”.
Si è sentito con il Presidente Pianigiani in questi giorni?
“Adesso il Presidente è in vacanza per ricaricare le pile, mi auguro che
ritorni con la giusta serenità e tranquillità e magari con lo slancio e la
passione di sempre”.
Pianigiani, dall’aver dichiarato nei mesi scorsi di non voler rimanere alla
guida del Poggibonsi in caso di Serie D, ha poi lasciato aperta la
possibilità di rimanere comunque a capo della società
giallorossa…
“La mia considerazione personale è che questa è una società che non può
e non deve chiudere. Qua ci sono stati importanti investimenti allo Stadio Lotti,
al Centro Sportivo di Maltraverso, nei giocatori. Abbiamo circa duecento
ragazzi tra settore giovanile e scuola calcio e poi ci sono, non
dimentichiamolo, tutti i dipendenti e le persone che lavorano per la nostra
società nell’organizzazione tecnica dei vari campionati. Il nostro Presidente è
persona che pensa agli altri e conosce bene tutte queste situazioni e
quindi dovrà fare un’attenta valutazione come lui stesso ha detto pochi giorni
fa. Ricordiamoci inoltre che qui c’è buona organizzazione per fare calcio e che
la società è solida economicamente”.
Come si prospetta il finale di questo campionato per il
Poggibonsi?
“Il nostro dovere è di finirlo nel meglio modo possibile, chi va in
campo dovrà onorare la maglia e questo campionato. Magari è il momento di
vedere in campo qualche ragazzo della Berretti per valutare un futuro impiego
in prima squadra per il prossimo campionato. Penso che per la Serie
D abbiamo degli ottimi giovani in casa nostra. E’ vero, abbiamo due gare
contro squadre che non hanno più nulla da chiedere a questo campionato come noi
del resto, ma ripeto, il minimo che possiamo fare è onorare la maglia ed il
campionato”.
E quale sarà a tuo giudizio il futuro del Poggibonsi calcio?
“Servono tre cose per fare calcio a questi livelli: un Presidente, i
denari ed uno stadio. Io credo che il comune di Poggibonsi o la politica locale
dovrà necessariamente intervenire allo Stadio Lotti per metterlo a norma
indipendentemente dalla categoria nella quale giocheremo nella prossima
stagione. Anche perché se il comune da in affitto uno stadio ad una società di
calcio, il bene dato in affitto deve essere a posto in tutte le sue
caratteristiche. E ad oggi il nostro stadio è malridotto. Inoltre credo
che in Lega Pro l’aspetto politico in qualche modo conti nel senso che
l’amministrazione comunale deve far sentire nelle parole e nei fatti la
vicinanza alla società di calcio. A Poggibonsi l’amministrazione comunale non
ci è stata vicinissima, qualcosa nei fatti è mancato. Per fare calcio a questi
livelli la società di calcio deve pensare alla squadra, all’organizzazione
interna, al settore giovanile ecc. mentre è compito
dell’amministrazione comunale pensare allo Stadio da un punto di vista
strutturale, mentre la gestione ordinaria può anche essere a carico della
società. Nella nostra Valdelsa è rimasto poco di calcio ed a Poggibonsi, se
l’amministrazione comunale vuole bene al calcio poggibonsese, deve dare una
mano perché fare un campionato come questo con un solo presidente e senza
importanti sponsor è dura. Noi abbiamo sicuramente commesso degli errori
ma abbiamo speso ed investito quello che potevamo senza fare il passo più lungo
della gamba. Ripeto, con le risorse che avevamo a disposizione abbiamo
disputato un campionato cercando di fare il meglio possibile per questa società
e per questi colori”.
Nell’anno della riforma e del campionato di Seconda Divisione più
difficile di sempre…
“Istituzionalmente penso che sia prevalsa la linea di far fare la Lega
Pro unica ai grandi centri, alle grandi città rispetto alle piccole cittadine.
O per lo meno questo è quello che è successo nel nostro girone, eccezion fatta
per il Melfi. A Poggibonsi, inutile girarci intorno, allo stadio ci sono sempre
le solite quattrocento persone che comunque non sono poche rispetto ad altre
piazze: qua non c’è ricambio generazionale negli spalti ed alla lunga ha
il suo peso specifico fare incassi con trecento paganti rispetto ai
quattromila di alcune piazze importanti”.
La possibilità del ripescaggio è una strada percorribile?
“Per prima cosa dobbiamo attendere i criteri dei ripescaggi ma
soprattutto, per poter presentare domanda di ripescaggio, ci dobbiamo iscrivere
alla Serie D. Sarà comunque difficile essere ripescati vista la nostra
posizione di classifica, dipende però tanto dai criteri di ammissione alla
futura Lega Pro unica: se saranno criteri rigidi e controllati a dovere tante
squadre faranno fatica a depositare la fideiussione o a mettersi a posto
con i pagamenti dell’Iva”.
Ed il “parco giocatori” giallorosso?
“In Serie D saranno vincolati al Poggibonsi i giovani di serie mentre i
giocatori in scadenza saranno tutti svincolati”.
Hai qualche rimpianto relativo a questa stagione?
“Alcune situazioni non sono state gestite bene come quella di
Civilleri. Sai, la nostra squadra si basava su tre/quattro giocatori che erano
l’asse portante della squadra: Checchi, Croce, Civilleri e Pera insieme a tanti
giovani di buone prospettive come i vari De Vitis e Baldassin. Tornando
all’asse portante credo che Checchi abbia disputato un ottimo campionato, Croce
nelle ultime dieci stagioni ha sempre disputato una trentina di gare mentre in
questa ha praticamente dovuto stare fermo tutto il girone di ritorno e
Civilleri, che ad inizio campionato è stata la sorpresa più importante della
squadra, ha dovuto addirittura smettere di giocare per un infortunio. Diciamo
che non ci è girata molto bene mentre per Pera il discorso è diverso: con
Manuel (Pera, ndr) ci sentiamo spessissimo e ci lega una profonda stima
reciproca ma aveva deciso di andar via anche perché i due anni e mezzo di
contratto offerti dal Pontedera noi non glieli potevamo garantire. E
questo è lavoro e come per tutti è importante guardare al futuro, non ce
lo scordiamo mai. Purtroppo non mi è riuscito sopperire alle assenze di questi
tre giocatori con le risorse a disposizione e questo se vogliamo lo
possiamo catalogare come un errore. Rimane il fatto che anche io penso che la
sconfitta a Castel Rigone sia stata determinante per il nostro campionato. Dopo
quella gara abbiamo perso un po’ la testa e magari
quello sarebbe stato il momento di dare uno scossone a tutto
l’ambiente per ritornare sulla retta via. E poi non dimentichiamoci i vari
episodi arbitrali sfavorevoli a partire appunto dalla gara di Castel
Rigone per poi continuare nelle gare di andata contro Teramo e Foggia e nel
ritorno contro Aversa Normanna, Chieti, Vigor Lamezia…diciamo che è stata una
stagione dove veramente poco ci è girato per il verso giusto”.
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