Una realtà in rapidissima espansione. E’ il mondo del rugby che a Siena, come nel resto d’Italia e del mondo, sta vivendo un exploit gigantesco nel corso degli ultimi anni. Basti guardare le immagini relative ai campionati del mondo, manifestazione svoltasi per la prima volta nel 1987. Sono passati appena 24 anni, eppure le immagini di quelle partite sembrano preistoria se si guardano gli stadi nei quali i match venivano giocati. Oggi alla massima manifestazione internazionale (la prossima sta per prendere il via in Nuova Zelanda) i campi sono tutti in perfetta condizione e gli stadi vengono invasi da decine di migliaia di persone.
“Pensi solamente che a Siena a giocare a rugby c’erano soltanto una trentina di appassionati appena sei o sette anni fa – ci dice Ezio Limongelli, vice presidente dell’associazione Siena rugby club 2000 -. Adesso in questo campo vengono ad allenarsi tra le duecento e le trecento persone”. Il campo, tra l’altro, resta uno dei maggiori problemi per il Cus Siena rugby, all’Acquacalda.
Il Sabbione Un terreno che sicuramente non può essere definito in ottime condizioni, costituito soprattutto da sabbia. Da questo elemento, tra l’altro, è nato il soprannome con cui esso è noto in tutta Italia: il Sabbione. “Nel campionato di serie C di èlite interregionale, torneo in cui militiamo, questo è l’unico campo che si trova in queste condizioni – spiega Angelo Mariotti, presidente della onlus Rugbisti senesi -. C’è appena un filo di erba ai lati del terreno e di solito è quello il posto dove facciamo allenare i ragazzi delle formazioni giovanili”.
Beneficenza Abbiamo parlato di onlus perché il rugby a Siena coincide con il buon cuore e con la passione messa al servizio di chi ha bisogno. Per il secondo anno consecutivo infatti i giocatori di questo antico sport realizzeranno una festa, nel Comune di Monteriggioni, e parte dei proventi saranno donati in beneficenza. Quest’anno i beneficiari saranno la Pubblica Assistenza – Protezione Civile di Poggibonsi, con la quale la società di rugby collabora per la realizzazione dell’evento, e l’associazione Vip Siena (Nasi rossi). I giocatori si impegnano inoltre ad andare ogni mese nel reparto di Pediatria delle Scotte a passare un po’ di tempo con i bimbi lì ricoverati e per donare loro palloni ed oggetti sportivi di vario tipo.
Un grande tecnico La società intanto pensa in grande e lo dimostra attraverso l’acquisto di Giuseppe Camillo detto Beppo, uno dei tecnici più bravi e conosciuti di tutta Italia grazie anche ad una esperienza più che ventennale in questo campo (allena dal 1989). E’ di San Donà di Piave, una delle località dove tradizionalmente il rugby è di casa, e ha vissuto esperienze ad Oderzo, San Donà , Venezia Mestre, Biella, ancora Venezia Mestre, Arezzo, Jesolo. Il tutto dopo una discreta carriera da giocatore terminata nel 1984. Con il suo ingaggio il Cus Siena rugby punta in alto: il suo ruolo sarà quello di direttore tecnico delle formazioni giovanili, allenatore della Under 20 e infine sarà suo compito la promozione di questo sport nel territorio senese. “Cercherò di fare promozione anche nelle scuole – ci ha spiegato Camillo -. In Italia il mondo della scuola sottovaluta l’importanza che ha lo sport, ma noi cercheremo di fare qualcosa che possa far interessare i più giovani al rugby. Il vivaio è fondamentale in una società , ma il nostro compito è quello di costruire prima l’uomo del giocatore. Questo sport ha in sé una valenza educativa enorme perché ogni giocatore riceve e dà un aiuto costante ai compagni, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà . C’è molto meno individualismo rispetto ad esempio al calcio e al basket. Nel rugby i ragazzi devono diventare uomini nel rispetto delle regole, qui ad esempio la decisione di un arbitro non viene criticata praticamente mai. E naturalmente non si vede mai un giocatore che simula per un presunto intervento falloso di un avversario”.
Gennaro Groppa