Fotogallery e News – Martini ex Ct della Nazionale italiana di ciclismo oggi docente all’Università di Siena

L’ex commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo Alfredo Martini ha incontrato questa mattina (venerdì 5 aprile), all’Universita’ di Siena i partecipanti al Corso di aggiornamento professionale in Operatore delle societa’ sportive. Nella sala conferenze del dipartimento di Scienze politiche e internazionali Martini ha tenuto una lezione sul tema “Come si fa comunicazione e ‘squadra’ in uno sport individuale”.Il corso in Operatore delle societa’ sportive, diretto dal professor Saverio Battente, si occupa del mondo dello sport in tutte le sue sfaccettature, dal giornalismo al diritto, dall’economia e il marketing alla storia, la medicina e la psicologia, per formare figure professionali che rispondano alle esigenze delle societa’, imprese e istituzioni operanti nel settore sportivo.

Alfredo Martini – Gli spagnoli lo definirebbero un hombre vertical, gli inglesi un gentleman, i francesi un grand seigneur. Gli italiani possono scegliere. Uno che ha vissuto con la schiena dritta, una bella persona. Un uomo-borraccia, uno che quando serve c’è ed è bello sapere che ci sia. Alfredo, a proposito di borracce, è stato un grande gregario e non ha vinto moltissimo. Ma in quegli anni, dominati dal trio Coppi-Bartali-Magni e, oltre confine, coi vari Bobet, Robic, Van Steenbergen, Koblet, Kubler, Gaul, Anquetil, Van Looy, vincere non era facile per nessuno. Sette vittorie tra ’46 e ’51, ma piazzamenti importanti: terzo in quella famosa Cuneo-Pinerolo del ’49 dopo Coppi e Bartali, terzo alla fine del Giro ’50, con un solo giorno in maglia rosa, e ancora secondo a una Parigi-Tours, terzo a una Bordeaux-Parigi, sempre tra i primi 10 al Giro tra il ’46 e il ’51. E tre volte azzurro ai mondiali, quando le squadre erano composte da sei corridori e tre posti erano già prenotati dal trio già citato. Smette a 37 anni, più per un’ulcera duodenale che per stanchezza.

Poi un po’ di pace in famiglia, nel negozio di abbigliamento maschile che aveva aperto nel’51 fino a che, è il 1969, non sale come ds sull’ammiraglia della Ferretti. Vince un Giro con Gosta Pettersson (“l’unico svedese che pativa il freddo”). Dal ’75 al ’98 è ct azzurro. Bilancio: 6 primi posti, 7 secondi, 7 terzi. Lui che riusciva, da corridore, a mediare tra Coppi e Bartali, non ebbe difficoltà a mettere d’accordo, almeno per un giorno, quel giorno, due che si parlavano appena, come Moser e Saronni, o che si parlavano spesso ma per dirsi di tutto, come Bugno e Chiappucci.

Elena Casi