Giammarco Bisogno, partiamo dal suo ruolo professionale: lei è il ceo di un’azienda, un tour operator di eccellenza italiana che lavora nel settore del turismo offrendo affitti di ville di prestigio, con una clientela fortemente internazionale. Qual è stato il suo approccio come imprenditore a questa situazione?
“Sotto l’aspetto sanitario la situazione è chiaramente incredibile e piena di emozioni negative. Lo scenario di centinaia di decessi al giorno e la scena surreale dell’esercito a Bergamo che traghetta le bare dei defunti sono immagini toccanti e segneranno anche le generazioni future. Sotto il profilo economico e politico è una situazione complessa soprattutto perché non c’è una previsione della reale fine di tutto questo e ciò non può non provocare ansia e preoccupazione. Tutti gli imprenditori e coloro che lavorano nell’ambito del turismo e non solo devono fare i conti con delle conseguenze immediate ma soprattutto future. Noi, come azienda Emma Villas, facciamo fronte a numerose rinunce e cancellazioni di vacanze da parte della clientela straniera ed italiana. Lo scenario è indubbiamente incerto ma dobbiamo essere ottimisti, la nostra azienda è solida da tutti i punti di vista e ha la forza di gestire questo momento di difficoltà. In questa fase di grande incertezza e di crisi del settore è determinante riuscire a restare in piedi di fronte a questo grande tsunami, solo in questo modo potremmo affrontare in maniera competitiva il futuro”.
Lei è a capo di un’impresa di cui segue da vicino i diversi processi aziendali. Ha una relazione molto stretta con i suoi collaboratori e dipendenti, qual è la sua opinione come leader di un team di numerose persone?
“Sono convinto che da queste situazioni se ne esca esclusivamente con la forza del gruppo e del team. L’azienda proteggerà, per tutto ciò che è possibile, tutti coloro che negli anni hanno collaborato alla costruzione di questa impresa, sostenendo i suoi dipendenti e collaboratori. Solo rimanendo compatti ed uniti a quelle persone straordinarie che con me hanno condiviso questo cammino sono sicuro di poter tornare ad essere un’azienda tra le più importanti nel mondo per la locazione degli affitti e delle ville di prestigio in Italia. Sappiamo tutti che ci sarà bisogno di sacrifico e di impegno ma insieme a questo gruppo di lavoro oltre che la condivisione di questo momento difficile c’è la massima volontà di condividere anche un rientro alla grande nel mercato turistico”.
In accordo alle disposizioni ministeriali l’azienda ha aderito a formule di smart working?
“Sono dell’idea che arrivati a questo punto non ci sia neanche più necessità di indicazioni da parte di governo o politici: oggi qualunque imprenditore e persona equilibrata comprende qual è la direzione opportuna da prendere e far lavorare i propri dipendenti da casa, quando la mansione lo permette. Bisogna dare importanza al valore umano più che a quello economico perché quest’ultimo riusciremo a risolverlo riponendo fiducia nella vicinanza di tutti, dal sistema bancario allo stato. Stiamo provvedendo anche al sociale. In questi giorni ho parlato con il dottor D’Ascenzi, il dottor Giovannini e la dottoressa Mancini per dei contributi a nome dell’azienda all’ospedale di Siena. Faremo qualcosa anche su Chiusi (città sede operativa degli uffici Emma Villas) attraverso il dottor Vannuccini e il suo staff. Un ringraziamento particolare va anche al consigliere regionale toscano, nonché amico, Stefano Scaramelli, al quale tra l’altro faccio un augurio di pronta guarigione da questo terribile virus, con il quale ho avviato il dialogo utile per il contributo da dare agli operatori e agli enti del territorio che lavorano nel settore socio sanitario. Questo perché credo che il principio di Emma Villas, come azienda e come club sportivo, sia legato ad un forte elemento di solidarietà e ad un principio sociale di vicinanza a tutte le persone e gli enti che le sono intorno”.
Passiamo alla parte sportiva. Lei ha anche la proprietà della Emma Villas Aubay Siena, club di volley di serie A2, ed è a capo di un movimento sportivo che raccoglie al suo interno una provincia intera. Qual è la sua opinione in quanto Presidente di questa società?
“Il nostro movimento è un movimento provinciale, regionale e chiaramente nazionale. Ci rivolgiamo alla pallavolo italiana e, a questo proposito, vorrei spendere una parola a sostegno del mio amico Angelo Agnelli e di tutto il club di Bergamo. Nella zona del bergamasco e del nord in generale la situazione è drammatica: dobbiamo assolutamente avere un occhio di riguardo per quelle società e quelle città compromesse. In merito a questo trovo impensabile l’ipotesi di una ripresa di un campionato, di qualsiasi categoria, che coinvolga squadre del nord, le quali attualmente vivono momenti di grande sofferenza e ad alto rischio. Ma non è solo questo: oltre al fattore sicurezza che può riguardare i nostri ragazzi, il nostro staff e in generale tutti gli atleti e gli addetti ai lavori, credo che la ripresa del campionato non sia una risposta eticamente accettabile in questo momento. Sono totalmente in disaccordo con le affermazioni del presidente di Lega nonché presidente del club Itas Trentino Diego Mosna che spingono in vista di un recupero del campionato giustificando l’immagine positiva da dare al movimento pallavolistico, come segnale di ripresa. Lo sport, questo sport e non solo, deve dare, a mio parere, un segnale di coscienza e di umiltà anche a costo di fare un passo indietro e di fermarsi per la gravità conclamata della situazione che il nostro paese sta vivendo e per il rispetto di un’economia dissestata e di un sistema sanitario che ogni giorno compie un piccolo miracolo. Sono contrario alle recenti affermazioni di Pippo Callipo, presidente della Tonno Callipo Vibo Valentia, che riguardavano l’idea del commissariamento della Lega. Sono due posizioni estreme che trovo fuori luogo in un momento del genere. Dobbiamo dunque fermarci, riorganizzarci per il prossimo anno in maniera seria e corretta e decidere quali saranno i vari scenari nelle diverse categorie sportive. Per quel che riguarda la Emma Villas Aubay Siena, il nostro progetto andrà avanti seppure in maniera diversa. Chiederemo la vicinanza da parte di tutto il settore giovanile, genitori e tecnici, con l’intento di lavorare tutti per il piacere di dare un messaggio positivo ed un segnale importante alla città di Siena, alla sua provincia, alla regione e a tutto il mondo del volley. Un segnale di speranza e non di arrendevolezza. Dobbiamo lavorare per crescere ma in maniera più solidale. Abbiamo bisogno di aver accanto sponsor e partner solidi, di crescere atleti e tecnici motivati provenienti dal nostro territorio e lavorare con spirito di umiltà e sacrificio. Sarà un anno di rinascita e di speranza. Pensare di chiudere questo progetto oggi sarebbe un messaggio negativo nei confronti di tutti e contraddittorio rispetto a quello che è stato fatto in questi anni”.
Come stanno gli atleti? Sono in sicurezza attualmente?
“I nostri giocatori sono al momento a Siena ma credo che nei prossimi giorni, se le normative lo permetteranno, faremo in modo che tornino presso le rispettive case, altrimenti resteranno qui fino a quando sarà necessario. Ribadisco che non credo ci possano essere le basi per un proseguimento della stagione, io in primis sono stato tra i contrari allo svolgimento della competizione a porte chiuse e degli stessi allenamenti. Ora bisogna pensare esclusivamente alla salute dei ragazzi. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i miei giocatori e lo staff per ciò che hanno fatto fino ad oggi. Hanno svolto una stagione splendida, da primi in classifica, per cui bisogna solo che applaudirli ma avere al contempo la coscienza e la forza di fare la fotografia a questo momento e dire stop”.
Un’ultima domanda. Dopo aver parlato di lei nel suo ruolo da imprenditore, da presidente di un club sportivo le chiedo qual è la sua opinione e il suo approccio personale come padre di famiglia. Come sta spiegando e sta facendo vivere questa situazione a sua figlia?
“E’ una bella domanda vista la delicatezza del tema. Prima di tutto vorrei parlare dei genitori di tutti e i nonni di molti, quelle persone ad ora più fragili in questo momento, ai quali dobbiamo grande rispetto assumendoci le nostre responsabilità ed obbedendo alle forme di sicurezza e prevenzione anche e soprattutto per loro. Per quanto riguarda i figli invece, loro vivono questo momento in maniera quasi incosciente ma percepiscono che la vita ha delle privazioni e subisce dei cambiamenti, sarà anche per loro uno shock di cui al momento non si accorgono pienamente. Io cerco di far vivere a mia figlia tutto questo in maniera rilassata costruendo una nuova quotidianità. Per i più piccoli sarà un adattamento continuo anche in virtù di quelle tecnologie attraverso le quali non solo studiano ma scoprono nuovi modi per socializzare e stare insieme. Da padre cerco di sfruttare questo stato di cose per starle più vicino possibile e godermi le piccole cose, non nego che la vizio un po’, d’altronde questi sono momenti che vanno sfruttati anche in positivo. Concludo con un messaggio positivo di speranza ed ottimismo. Come da tutte le cose negative l’essere umano reagirà positivamente anche a questa. Bisogna essere forti, compatti, tutelarci e sostenerci. Quando usciremo da questa esperienza condivisa ci vorremo ancora più bene e saremo ancora più felici”.