“Leggiamo con stupore i contenuti della conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio dal così detto fondo inglese, in particolare colpisce l’affermazione che la Polisportiva avrebbe addirittura ‘rincarato’ le richieste nell’ultimo incontro tenutosi lunedì pomeriggio”. Così l’ufficio di presidenza della Polisportiva Mens Sana 1871 risponde alle dichiarazioni del rappresentante del fondo (leggi qui).
“Vogliamo ribadire con fermezza – dicono i dirigenti – che la Polisportiva ha messo in chiaro fin da subito i parametri tecnici minimi, per aprire un confronto sull’eventuale cessione del Palasport e dei terreni limitrofi,. Proposta che comunque andrebbe sottoposta, in una seconda fase, all’indispensabile valutazione dell’assemblea sociale; tali richieste sono state quindi messe nero su bianco da un mese e mezzo (30 aprile) e non sono mai state modificate, questa la sintesi:
Spazi mini sufficienti. A fronte della rinuncia al Palasport è necessario avere un impianto sufficientemente capiente per ospitare le nostre sezioni e discipline, perché tutte hanno il diritto di proseguire la propria attività, quindi uno o più immobili con superficie complessiva almeno pari a quella oggi di proprietà.
Tempi e modalità. Lo scambio dei diritti di proprietà sul Palasport e sui nuovi impianti, al momento solo ipotizzati, dovranno avvenire in contemporanea, non sono assolutamente accettabili sfalsamenti temporanei né di 30 né di 15 anni.
Accessibilità. I nostri impianti dovranno avere una accessibilità autonoma ed un numero minimo di parcheggi quantificato in almeno 100 posti (molti meno di quelli attualmente fruibili)”.
“Sul primo punto – prosegue la Polisportiva -, quello delle superfici, il “fondo inglese” ha presentato due proposte sempre molto inferiori alla nostra richiesta minima (cioè l’esistente e nulla più). La cosa curiosa è che nell’ultima proposta ci viene offerta una quantità importante di superficie (4000 mq): peccato che per realizzarla oltre a utilizzare i volumi del Palasport, viene prevista anche la demolizione del Pala Chigi. Da una parte, quindi, viene aumentata l’offerta e contemporaneamente ci viene tolto un altro impianto di oltre 1000 mq. Altro aspetto curioso dell’ultima proposta è che, improvvisamente, nella documentazione tecnica che ci è stata presentata, le superfici delle palestre di nostra proprietà che andremmo a perdere (tutte quelle contenute nel Palasport ed anche il Pala Chigi) si sono ‘ristrette’: presi dal dubbio martedì mattina abbiamo anche effettuato una approssimativa rimisurazione di tutti gli spazi, riscontrando che per fortuna gli impianti non si erano rimpiccioliti. Chissà per quale arcano motivo erano diventati tutti molto più piccoli lunedì pomeriggio”.
“Sul secondo punto – prosegue la Polisportiva – ci pare talmente ovvia l’esigenza della contemporaneità del passaggio di proprietà per un tema di garanzie reciproche che nulla vorremmo aggiungere, se non evidenziare la domanda che da tempo ci poniamo e che non trova risposta: ‘se l’investimento è di 78 milioni di euro, perché il Palasport ed i terreni non vengono acquistati immediatamente e con il ricavato la Polisportiva provvede autonomamente alla costruzione dei propri nuovi impianti? E perchè si continua a proporre la ridicola offerta di comprare il Palasport a un euro?”.
“Infine – concludono i dirigenti – c’è il tema della accessibilità, sul quale viene spesso fatta della facile ironia da parte del ‘fondo inglese’: forse in Inghilterra le cose sono diverse, ma qui a Siena, presso i nostri impianti quotidianamente arrivano, in ogni fascia oraria del giorno, gli oltre tremila soci divisi in 20 sezioni, a copertura di 35 discipline sportive; di essi oltre mille sono minorenni, i quali vengono accompagnati presso le strutture dalle famiglie. Ci sono poi molti utenti anziani ed anche numerosi portatori di handicap, quindi la viabilità e la possibilità di parcheggio in prossimità sono argomenti molto sensibili per il nostro corpo sociale. Un’ultima considerazione, durante l’incontro di lunedì il ‘fondo inglese’ ci ha manifestato l’ipotesi di acquisizione di un titolo sportivo per partecipare ad un importante campionato di basket: la nostra risposta è stata che i due argomenti, cessione del Palasport e gestione della squadra professionistica di basket, sono due temi distinti da tenere su tavoli separati. Nessuno ha detto però che non c’è interesse per il basket anche perché i fatti dicono l’esatto contrario: vedi, non ultimo, l’accordo con l’ad della Mens Sana Basket Massimo Dattile per il settore giovanile. La Polisportiva, con la consueta serietà, proseguirà a dialogare con tutti i soggetti che con correttezza e trasparenza vorranno parlare di progetti sportivi da realizzarsi a Siena magari sapendo anche con chi si sta parlando. Tutto questo senza proclami o slogan che tendono ad agitare o tentare di cavalcare l’opinione pubblica, peraltro a volte tracciando una realtà immaginaria”.