Yohanes Chiappinelli da record. L’atleta allenato da Maurizio Cito nella finale dei 3000 siepi ai Campionati mondiali juniores di Bydgoszcz (Polonia) riscrive dopo 34 anni il primato italiano under 20 correndo in 8’32″66 per guadagnare uno storico quinto posto. E’ il pomeriggio che consegna definitivamente agli annali la straordinaria carriera giovanile del talento cresciuto nella Montepaschi Uisp Atletica Siena e dallo scorso dicembre passato ai carabinieri.
In una gara partita lenta nelle prime centinaia di metri, ma poi cresciuta costantemente e regolarmente nei ritmi imposti dagli atleti africani (2’51″39 al primo mille; 5’35″00 al secondo mille), il senese non si fa né sorprendere né travolgere, lasciando sfogare i primi quattro che si giocheranno le medaglie fino all’arrivo. In 8’20″43 il keniano Amos Kirui si prende l’oro, seguito dall’eritreo Haileselassie (8’22″67) e dall’etiope Getnet Wale (8’22″83), con il quarto, il keniano Ruto, praticamente appaiato (8’22″84).
Dietro a questi ritmi infernali e proibitivi, il traguardo accoglie l’arrivo del carabiniere che viene premiato da un piazzamento, il quinto, che migliora di una posizione quanto fatto ai Mondiali del 2014, e soprattutto da un tempo strabiliante.
Con 8’32″66 infatti il campione europeo under 20 manda in archivio il precedente primato italiano di categoria, 8’33″24, siglato nel 1982 da Francesco Panetta, il più grande siepista italiano della storia, campione mondiale a Roma nel 1987.
«Sono contentissimo, questo record era uno degli obiettivi di quest’anno. Cercavo anche la medaglia, ma davanti hanno corso troppo forte – così Yohanes ai microfoni della FIDAL – Non ci credo ancora. Posso svelare che per quest’anno cercavo anche il minimo olimpico, ma è rimasto un sogno nel cassetto. Ora festeggerò, poi guarderò ai Campionati europei di cross in dicembre».
Emozioni ancora da decifrare quelle provate da Chiappinelli, in mezzo a tante altre che si sono accavallate durante un’annata in cui tanti inconvenienti hanno portato il talento allenato da Maurizio Cito a inseguire fino all’ultimo una condizione di forma valida per affrontare un simile contesto mondiale.
Nelle sue parole anche il segreto custodito per lungo tempo, ovvero il sogno “Rio 2016”, ma che, dati appunto i problemi accusati durante l’anno, era divenuto «un sogno nel cassetto»già da diverso tempo.
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