Mors tua vita Pea: finalmente è finita la via crucis

 

mors tua vita …Pea

di Claudio Pea

Francamente non ne potevo più di tutte queste partite in tivù al giovedì o al venerdì sera. Peggio della minestra di cavoli che mia madre mi proponeva anche a merenda perché diceva che faceva bene. A cosa? Lo devo ancora capire. Due palle, una pizza o, se preferite, che trippa! Ma finalmente l’agonia è finita o, almeno, non me lo ordina più il dottore di vedere l’Eurolega ogni settimana. Finalmente potrò andare anch’io al cinema o al teatro Bianchini. Sotto le coperte e sopra i cuscini. Come hanno fatto per tutto l’inverno i milanesi che hanno nel cuore l’Armani. Al Dante danno un film dal titolo stuzzicante: Bianca come il latte, rossa come il sangue. Non credo sia un porno, più probabilmente sarà un film dell’orrore. Come la serie A di basket italiana. Dove quattro delle prime sei perdono con quattro delle ultime sette: Varese con Montegranaro, Siena a Cremona, Cantù a Biella e Roma in casa. In più Sassari addirittura di trenta a Reggio Emilia. Dove Antonutti, Cinciarini e Cervi sono senza dubbio dei bravi fioi, ma solo pochi anni fa avrebbero scaldato la panchina meglio della stufetta di mia nonna in Scariola. O forse mi sbaglio?

E’ finita dopo Pasqua soprattutto la via crucis della Montepaschi che, più di me, non ne poteva delle Top 16 iniziate a Natale e del demenziale nuovo girone a 8 squadre con altre 14 partite da aggiungere alle 10 della prima fase. In tutto ventiquattro gare per promuovere otto squadre. Più la Supercoppa e le tre sfide delle finali di Coppa Italia. Fatte le debite somme, non credo che insomma ci voglia Archimede Pitagorico per capire che Siena ha giocato lo stesso numero di partite di Varese e Roma messe insieme. E il doppio per esempio di Venezia che pure ha un popò di squadra e costa al suo Paron Brugnaro più di quella di Messer Minucci. Senza contare che le trasferte in Eurolega non sono proprio dietro l’angolo di casa e men che meno fuori porta, visto che la scandalosa Milano e la fragile Cantù si sono presto risparmiate prima di Capodanno un’altra odissea su e giù per il vecchio continente. E comunque, a prescindere dalle impervie fatiche senesi, che solo la Gazzetta non ha ancora ben compreso, vi dico la verità: questa settimana ho potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo perché, dopo mesi e mesi di torture con Victor Sanikidze in televisione, stasera e domani, come del resto Luca Banchi e i suoi giocatori, potrò fare quello che mi pare e piace.

Magari potrei spararmi in vena un Santoro su La7 o “Che Dio ci aiuti 2” su Raiuno. Oppure non perdermi la nuova tragicommedia di Claudio Sabatini a cui la Gazzetta ha dedicato una pagina intera non sapendo più cosa scrivere della Nba, specie ora che il Gallo e il Mago si sono rotti in due e Belinelli non fa più notizia se non quando non segna manco un punto in venti minuti. Povero Pianigiani. Non vorrei essere nei suoi panni. Non fosse altro perché grandi sono le attese di Giannino Petrucci e scarse le buone novelle che arrivano all’amato cittì dal campionato più mediocre degli ultimi cent’anni. A meno che non vi lasciate incantare dalla quasi tripla-doppia di Luca Vitali che sarà anche cambiato grazie a Caja, e non sarà neanche più il Superbone delle passate stagioni a Milano, Roma e Bologna, ma che ha firmato l’exploit di fronte ai fantasmi di una Montepaschi stanca-morta, con la lingua penzoloni e un solo sogno in cima ai suoi desideri: un bel letto a due piazze per dormirci dentro ventiquatt’ore filate. O forse sono io che di questi tempi vedo tutto nero senza alcuna sfumatura di grigio. Può darsi, però che Vitali sia diventato all’improvviso il deus ex macchina di una nazionale che, orfana di Gallinari, non è più forte della Grecia o della Turchia, è una libidine che sinceramente lascio ai santi imbonitori che devono vendere fumo per arrosto (e per sopravvivere) e non avranno mai l’onestà d’ammettere che non erano i sei scudetti della grande Siena contro tutti lo spettro della decadenza del basket italiano, ma lo sarà questo se lo vincerà la piscinina Milano contro nessuno. E con Don Gel fischiatissimo dux.