Mors tua vita Pea: neanche la mia Tigre sopporta più Cicciobello

 

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Questa ve la devo proprio raccontare. Perché mi sembra bella. Ho una casetta piccolina non in Canada, anche se mi piacerebbe, ma in montagna. A San Vito di Cadore, dieci chilometri, nemmeno, da Cortina. Dalla vetrata del soggiorno il Pelmo sottogli occhi. Me l’ha insegnato mio padre: “Quando il Pelmo mette il cappello, apri l’ombrello”. E così è: già gocciola. Pioggia benedetta che rinfresca il bosco: dolce è la sera e lieve l’attesa. Stasera c’è la Pellegrini, anche la Tigre non vuole perdersela.Raramente guardiamo la televisione insieme e men che meno il calcio o il basket, ma le Olimpiadi sono ogni quattro anni una buona eccezione alla regola.Alla Tigre non sta molto simpatica Federica. E per la verità neanche a me. Ha qualcosa che non va. Non so, forse il sorriso, forse il tatuaggio, forsel’ultimo moroso. Forse perché è di Mirano o di Spinea, fate un po’ voi, ma le sarebbe piaciutod’esser nata a Verona. O a Parigi o a New York. E allora vada pure a vivere là. Io son di Mestre. E non di Venezia. Ma, se non posso vantarmene, nemmeno me ne vergogno. Nè mai me ne vergognerò. Forse è solo un pesce fuor d’acqua quando non nuota. Però in piscina è divina,incantevole, unica. E guai a chi ce la tocca. Seduti sul sofà, dunque, insieme davanti a Sky. Non dico mano nella mano, ma quasi. Si è cenato ancheprima: risotto e frittata coi finferli, una delizia. I funghi, anche due porcini, sono dei prati sotto il Pelmo: li ha raccolti ieri mattina molto prestoMoreno, l’amico macellaio, e me li ha regalati. In cambio quest’inverno gli ho promesso una battuta di caccia al cinghiale nella magica Selva del Belagaio, una mezzora da Siena. Messer Vieri è avvertito. Ma non eri in dieta? Sì, petti di pollo e insalata dell’orto, niente pane e vino, al massimo due mirtilli di bosco con un po’ di zucchero e limone. Ma al risottino non ho saputo rinunciare e ben mi sta sepoi mi è andato di traverso. Federica è di nuovo affondata: quinta nei 200 come nei 400. Peccato. L’ho capito subito: vuoi perché un cicinin la conosco, vuoi perché qualche Olimpiade del nuoto l’ho seguita anch’io. Almeno una mezza dozzina più di Fabio Caressa che oltretutto comincio a pensare che porti una sfiga tremenda. E difatti mi tocco. Non c’era allegria nella bracciata della donzelletta che vien dalla campagna veneziana, ma di questo, spero, anche non se ne dispiaccia. Semmai tanta, tantissima sofferenza. “Poveretta” ha borbottato la Tigre alzandosi dalla poltrona e rituffandosi tristenei suoi cruciverba. “Mi dispiace”, ha solo aggiunto. Anche a me. Moltissimo. Soprattutto pensando a tutte le critiche assurde che da oggi le vomiteranno addosso. Semplicemente Federica non era e non è in forma. Il resto è uffa e non facciamola nemmeno troppo lunga. In fretta cambio allora canale restando però sempre su Sky: la Rai proprio più non m’interessa dopo che Nicola Roggero con una magnifica telecronaca sul doppio azzurro (Battisti-Sartori) ha sbriciolato anche l’ultimo mito della tivù di Stato, il Bisteccone Galeazzi del canottaggio. C’è Francia-Argentina. Ovviamente di pallacanestro. Con Flavio Tranquillo e Ettore Messina. 64-58 per loro. Io tifo Ginobili come del resto il grandeMessina da Catania, cresciuto però a Mestre alla scuola di Paron Tonino Zorzi. Quando la Tigre, senza alzare lo sguardo dalle parole crociate, mi fa spazientita: “Per quanto ancora dobbiamo ascoltare questo qua?”. Questo qua è il mio Cicciobello. Vorrei abbracciarla, ma faccio finta di niente. M’interessa troppo quel che dice Ettore. Dal quale ho sempre un sacco di cose da imparare: lo penso sul serio. La più difficile in molti mestieri, compreso il nostro, è difatti quella d’essere semplicie chiari, rapidi e sciolti nell’esposizione. Lasciando da parte enfasi e retorica. E lui in questo ci riesce benissimo. Tutto il contrario del suo compagno di banco che, se non strilla e non esagera, non è contento. “Ti dico una cosa che non dovrei dirti perché bisogna essere sempre politicamente corretti, ma a Julio Lamas, che è un amico, mi sento di poter consigliare di togliere Prigioni, che paga terribilmente il mismatch con Parker, e di giocare gli ultimi minuti con Ginobili playmaker”. A parte il “mismatch”, che non soltanto mia moglie sa cosamai sia, una fotomodella o un reggiseno?, per il resto tutto okay. Peccato che l’allenatore argentino non possa ascoltare Messina e così la Francia va a vincere la partita in carrozza (71-64): 17 punti di Parker che ha messo le manette ai polsi di Prigioni.Ma la Tigre non desiste: “Te prego: ti po cavar sta vose?”. Ovvero: “Puoi togliere questa voce?”. Non capisco bene se sia una supplica o una minaccia. Comunque sia, volentieri l’accontento. E ridendo me ne vado a letto. Sotto il piumino. Fuori sono tuoni e fulmini. E fa freddo. Ma oggi sarà sereno econ l’oro di Daniele Molventi nella canoa sarà più bello ancora. Molventi di gloria: il titolo è presto fatto.    

 

di Claudio Pea