di Claudio Pea
Prima Siena era morta, rancida, fetente. Adesso è fresca e profumata come una rosa. Ed è addirittura favorita. Chi ci capisce qualcosa è bravo. Anzi, bravissimo. E io non lo sono, né ho le verità in tasca come Scariolo, detto Don Gel o, se preferite, il Bagnino come lo chiamava D’Antoni ai tempi di Pesaro. Quando l’enfant prodige vinse il suo primo scudetto e portò all’altare Paoletta Agoccioni, che veniva da Senigallia, ragazza acqua e sapone, molto carina, per la quale segretamente avevo un debole. E non ero il solo. Sergio mi aspettava nello scantinato della sede della Scavolini sino a quando non avevo finito di scrivere. Che non era mai prima delle nove di sera. Perché quelli del basket del Giorno, figli del grande Grigo, erano sempre gli ultimi. Poi insieme uscivamo a cena e si facevano anche le ore piccole. In compagnia del buon Santi Puglisi che è a un passo dal ritorno di Brindisi in serie A e che adesso si starà toccando quando leggerà il mio sincero “in bocca al lupo”. Crepi e tirem innanz.
Da Milano stanno infatti arrivando gli Un(n)i. E gli Altri? Sono già a Siena da ieri sera, ma non chiedetemi dove alloggiano: anche se lo sapessi, non lo ve lo direi. Non sono in fondo così bastardo. E comunque nelle ore precedenti e imminenti alle grandi battaglie c’è sempre una tregua più o meno breve. Vuoi perché, come diceva mia nonna in Scariola, che non è la seconda moglie di Scariolo, bisogna sempre e comunque avere un grande rispetto per gli eroi, da Garibaldi a Che Guevara, “ma i vigliacchi restano vivi e possono arrivare a campare anche oltre i cent’anni”. Vuoi perché, come dice Don Abbondio, se uno il coraggio non ce l’ha, mica se lo può dare e difatti sin da martedì Don Gel ha provveduto ad abbassare i toni delle accuse alla Montepaschi che per tre mesi erano state, oltre che calunniose, soprattutto sporche e meschine. Un dietrofront clamoroso come un Tir che, in marcia indietro, appiattisce una Smart e poi, facendo finta di nulla, si rimette in carreggiata. “Siena vale il Cska e il Barcellona. E merita lo stesso rispetto”. Parola di Scariolo. Sì, avete letto bene. Sì proprio di colui che per tutta la primavera ha scaricato addosso alla società di Minucci e al collega Pianigiani quintali di letame. E qui mi viene in mente una gag che magari non ha niente a che vedere con la prima finale dei playoff-scudetto che comincia sul serio tra qualche ora col salto a due tra Andersen e Bourousis. Così, tanto per sdrammatizzare. Sapete perché le carote fanno bene oltre che alla vista anche al buon umore? Perché non si è mai visto sulla terra un coniglio incazzato. E difatti anch’io, che vado matto per le carote, oltre che per i pomodoro, ho gli occhi che vedono (ancora) lontano senza aver bisogno degli occhiali. Tant’è che ai tempi del liceo ho vinto persino un concorso per diventare pilota dell’Alitalia, ma mio padre, pace all’anima sua, voleva che studiassi e mi laureassi in medicina o, in seconda battuta, in farmacia. E invece, mi spiace per voi, ma sono diventato un cattivo giornalaio. Al quale, se non pestano i piedi, non manca però mai la voglia di scherzare. Se infatti dico che mi farò Frates qualora l’Armani vincesse questo scudetto, non dovete prendermi troppo sul serio e soprattutto il vice di Don Gel, laureato lui sì in architettura a pieni voti, non se la deve assolutamente prendere a male. Così come mi sarebbe piaciuto che stasera i cinquemila tifosi di Siena prima della partita si fossero tutti infilati una mascherina antipolvere per proteggere naso e bocca dall’aria rancida che si respira da queste parti secondo quanto almeno sostiene (o sosteneva?) l’allenatore che Vincenzino Esposito chiamava o’impommatato e che solo lui ha voluto arroventare e avvelenare i giorni più belli della pallacanestro italiana, quelli cioè che assegnano il titolo tricolore. Per la verità gli ultras della Mens Sana avevano anche pensato ad una simpatica iniziativa del genere e non è detto che non lo faranno in seguito. Alla settima finale della serie che cadrebbe nel primo giorno d’estate? No, anche prima. Intanto stasera arbitreranno Facchini, Taurino e Mattioli che non andranno senz’altro bene a Don Gel. Il quale avrebbe preferito – lo so – Orate Frates, Pinocchietto Rossini e Cicorino Cicoria, che dirigerà comunque gara 4 al Forum. Ora Cicorino è milanese doc ed è pure uno dei primi affiliati alla Banda Osiris. Di più, ha fischiato, se non sbaglio, l’unica finale degli ultimi tre playoff e l’unica partita (su ventisei) che Pianigiani ha perso con GasGas Trinchieri, ma non ne posso più di ascoltare queste minchiate e di dar retta ai discorsi dei quaquaraquain totale malafede. Olà! Don Gel, e che vinca il migliore. Che io so benissimo chi è, ma mica lo dico: coniglio sì, ma non scemo.
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