In quale canale televisivo vedremo tra circa quaranta giorni le giocate di Hackett, dei due Diener, di Lakovic, di Ebi Ere e degli altri giocatori che si candidano ad essere protagonisti per la conquista dello scudetto? In attesa di scoprire se il campionato italiano di basket tornerà ad essere trasmesso su Sky chiediamo un commento ad una delle giornaliste più note della televisione satellitare, Paola Ellisse (nella foto insieme all’ex sindaco Maurizio Cenni, ndr). A lei chiediamo anche di dare un voto ad alcune delle squadre che suscitano le maggiori curiosità all’inizio della stagione.
Paola Ellisse, qual è a suo avviso il colpo di mercato fino a questo momento?
“Dico la verità: quest’anno non c’è stato nessun nome che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia. E’ un mercato molto oculato, si fa molta attenzione a quanto si spende e a come si costruiscono le formazioni. A me francamente piace anche questa idea di non andare a comprare un certo tipo di giocatore solamente per avere un titolo sul giornale. E mi piace l’equilibrio che sembra esserci”.
Quale voto dà al mercato di Milano?
“Darei un 8. Forse per la prima volta negli ultimi anni il mercato della squadra meneghina è stato fatto alla ricerca di giocatori che possano dare una identità tecnica alla squadra. Non sono arrivati i grandi nomi del passato, ma questo potrebbe anche non essere stato un aspetto negativo. Moss è certamente un acquisto interessante, anche per la sua esperienza e per la sua etica del lavoro”.
Quale voto dà invece al mercato di Siena?
“Do un 8 anche alla Mens Sana. Il grande colpo è la conferma di Hackett, un giocatore che è cresciuto enormemente e che è anche legatissimo alla piazza. Mi sembra che la società abbia fatto ancora una volta benissimo il proprio lavoro”.
Quali pensa che siano le qualità di coach Crespi e in che cosa invece va valutato sul campo, secondo lei?
“La sua conoscenza del basket non è in discussione, lui è una sorta di enciclopedia vivente di questo sport. Sa tutto di pallacanestro. Certamente è la sua prima grande esperienza ad altissimi livelli, sarà un’esperienza stimolante ma al contempo stressante. Dovrà fare i conti con la pressione, ma francamente mi sembra un uomo di carattere, uno che non si lascia intimorire molto facilmente. E’ poi un allenatore che ha una tradizione molto favorevole con gli americani che arrivano per la prima volta a giocare nel nostro Paese”.
Un voto per il mercato di Sassari.
“Un 7. Sembrava che dovessero fare una mezza rivoluzione francese, invece grandi sconvolgimenti non ci sono stati. E non ho capito fino in fondo cosa è successo con Travis Diener, dato da tutti come partente e che invece alla fine è rimasto”.
Quali potrebbero essere nella prossima stagione i punti di forza di Siena?
“Beh, nel roster non ci sono stelle anche se dobbiamo vedere cosa faranno i nuovi americani. Ma a Siena si conosce bene l’etica del lavoro, c’è una continuità nel progetto che alla fine paga e garantisce risultati anche perché in Italia in questo momento non ci sono squadre schiacciasassi. Anche nella scorsa stagione Siena ha vinto il campionato grazie alla chimica di squadra. Forse sono un po’ romantica, ma credo che vincerà la squadra che riuscirà ad amalgamarsi meglio e con il gruppo migliore”.
A proposito di romanticismo: due parole sulla scelta di Hackett di restare a Siena?
“Non lo conosco bene personalmente, ma lui mi dà l’impressione di essere una persona che quando prende una decisione si fa guidare dalle emozioni e dall’istinto. Una persona che valuta il sentimento ed il fattore emotivo”.
Gennaro Groppa