La Emma Villas Aubay Siena ha stretto una partnership con l’Università per stranieri di Siena. Una collaborazione che unisce e mette insieme lo sport e la passione per la pallavolo con la cultura, la formazione, l’aggregazione e l’inclusione. Tutti temi e aspetti che sono cruciali anche nell’azione della società guidata dal Presidente Giammarco Bisogno.
Questa mattina il responsabile commerciale e marketing di Emma Villas Aubay Siena Vittorio Angelaccio insieme allo schiacciatore della squadra senese Swan Ngapeth e al libero Federico Bonami hanno illustrato la collaborazione insieme al delegato del rettore allo sport, professor Raymond Siebetcheu. Lo hanno fatto davanti ad una platea di circa duecento studenti, provenienti da vari Paesi del mondo, che hanno posto domande ai pallavolisti della Emma Villas Aubay Siena e si sono dimostrati molto interessati alla realtà biancoblu.
“Riteniamo la relazione tra sport, cultura e formazione un aspetto fondamentale della nostra azione – ha dichiarato Angelaccio. – Direi che questi sono per noi dei veri e propri pilastri. Siamo dunque qui con tanto orgoglio in questa giornata nella quale i ragazzi sono i veri protagonisti. Il nostro percorso in Superlega porta adesso ad una maggiore internazionalizzazione del club, stiamo andando avanti in questa direzione anche con partnership a livello nazionale e internazionale”.
“Questa – ha aggiunto il responsabile commerciale e marketing della Emma Villas Aubay Siena – vuole essere una partnership attiva e assolutamente concreta, da attuare sia con la partecipazione degli studenti dell’ateneo all’universo pallavolistico e con un numero di biglietti a disposizione dei ragazzi che con la possibilità di nostri contributi e la partecipazione di nostri atleti ai corsi di studio. Ci auguriamo che questa partnership possa portarci lontano nel raggiungimento degli obiettivi prefissati”.
“Il nostro ateneo – ha affermato il professor Siebetcheu – è sempre stato molto attento alle questioni dello sport, che viene inteso come strumento di aggregazione e di inclusione sociale. Cerchiamo sempre di legare le attività scientifiche a quelle sul territorio. Siamo sempre disponibili in questo senso. Abbiamo la possibilità della doppia carriera per gli studenti che sono anche atleti, abbiamo l’eccellente esempio di Irene Siragusa che è stata una nostra studentessa. Nei nostri percorsi e corsi di laurea ci sono tanti corsi di lingua, e c’è anche un corso di perfezionamento in lingua e sport”.
Swan Ngapeth e Federico Bonami hanno raccontato ai ragazzi la loro storia, cosa amano della pallavolo e cosa li ha spinti e portati ad avvicinarsi a questo sport. C’è stato spazio anche per l’attualità e per la gara che attende sabato la formazione senese: “Arriviamo con la consapevolezza del lavoro che abbiamo effettuato – ha dichiarato Ngapeth – e con il grande desiderio di iniziare a fare punti”.
Poi sulle esperienze di vita lo schiacciatore di Siena ha aggiunto: “Mio padre era un giocatore ed è un allenatore. Quindi già quando ero bambino trascorrevo molto tempo in palestra. Ho iniziato comunque a giocare non presto, avevo 13-14 anni. Ma il primo anno vinsi subito il campionato francese di quella categoria e mi appassionai tantissimo al volley”. E ancora: “Quando sono arrivato in Italia l’ambientamento non è stato semplice. All’inizio non capivo la lingua, tutto è cambiato quando ho iniziato a comprendere bene l’italiano. La Superlega da tanti anni è il campionato più bello del mondo. Qui c’è tanta qualità, ci sono squadre molto forti con i migliori campioni di questo sport e ci sono palazzetti belli e sempre pieni. Il sogno di ogni giocatore è venire a giocare qui”.
Ha raccontato poi Federico Bonami: “Ricordo che da ragazzo provai un po’ tutti gli sport. Un giorno vidi una partita a Firenze e mi piacque tanto come si comportava un giocatore. Volevo essere come lui e avere la stessa grinta da mettere al servizio della squadra e del gruppo. Quello fu un momento importante per il mio avvicinamento all’universo della pallavolo. Se prosegui con questa attività vai via di casa quando sei ancora molto giovane. In questo modo esci dalla tua zona di comfort e ti trovi a contatto con altre persone e con altre culture. È molto bello viaggiare culturalmente dentro la squadra tra le diverse culture e nazionalità che si trovano in un gruppo”.
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