Montanari avrebbe firmato il cronoprogramma originale ma “non vuole controlli”. È questo il punto della situazione, offerto dall’assessore Paolo Benini attraverso i propri canali social, sul mondo Robur. Una richiesta, che lo stesso assessore definisce “inaccettabile”.
Nella giornata di ieri, infatti, l’amministrazione comunale di Siena si era vista costretta a porre il suo ultimatum alla società bianconera. Nel caso in cui la Robur non avesse sottoscritto il documento con il cronoprogramma dei lavori di adeguamento sismico, infatti, Palazzo pubblico si sarebbe riservata di agire nelle sedi opportune, fino alla sanzione massima che è la revoca della concessione.
Un quadro della situazione che si fa giorno dopo giorno più fosco per i tifosi della Robur, che questa notte hanno tappezzato la città di striscioni “Montanari vattene“. In tutto ciò, a fare rumore in città è stato il deferimento, firmato dal procuratore federale, della società Acr Siena 1904 “per aver violato i doveri di lealtà, probità e correttezza, per non aver versato, entro il termine del 16 febbraio 2023, le ritenute Irpef relative al periodo novembre 2021-agosto 2022 e alla mensilità di ottobre 2021”. A spiegare cosa rischia ci ha pensato Nicola Binda, giornalista della Gazzetta dello Sport: “In teoria potrebbe avere solo 2 punti di penalizzazione. Ma il problema è ben più grande, perché se a maggio/giugno non avrà sistemato tutto (anche i mesi successivi ad agosto), non potrà essere iscritto al prossimo campionato. Come finirà? Temo male cara Robur…”.
Quanto alla firma del cronoprogramma, qualcuno ha già palesato che “il timore è che sia una mossa per allungare i tempi, senza portare a un avvio effettivo delle operazioni”.