Quando pensiamo al gioco del rugby la nostra mente visualizza gli ideali e i valori che accompagnano lo svolgimento di tutte le attività che ruotano intorno alla palla ovale. La fisicità degli attori protagonisti, contrapposta ai modi rispettosi tipici dei nobiluomini, realizzano un ossimoro di difficile ripetibilità nel mondo dello sport. In alcuni contesti prevale troppo spesso l’importanza della vittoria personale rispetto alla validità del gioco espresso e non si presta la giusta attenzione alle regole di comportamento che sono alla base di una società civile e che dovrebbero essere osservate anche nei di gioco.
Ebbene, il Comitato Regionale ha adottato un codice etico sul corretto atteggiamento da utilizzare in ambito sportivo e che vogliamo enunciare dedicandolo a tutti noi, ai ragazzi che praticano attività sportive e, soprattutto, ai genitori.
Il rugby rappresenta per antonomasia lo sport dove il senso di responsabilità, il rispetto dell’avversario, l’amicizia, l’impegno e il gioco di squadra costituiscono una imprescindibile prerogativa. Accade però che i genitori che hanno iscritto i loro figli ad una squadra di rugby, pur con l’intento di far loro adoperare i corretti modi di agire, paradossalmente sono i primi a disattenderli. E’ un riflesso indesiderato della crescita di interesse e di praticanti di questa disciplina. Così, abbiamo visto un genitore urlare solo per imitare l’allenatore del proprio figlio, magari andando anche oltre la normale decenza verbale. Oppure ci siamo trovati di fronte a qualcuno convinto di conoscere le regole più approfonditamente di chi arbitra, dimostrando, in queste e in simili occasioni, di non avere rispetto per gli altri giocatori, per il pubblico, e per le persone che si impegnano a rendere ogni partita piacevole, tra i quali i propri figli. Il tutto avviene infatti mentre i giovani atleti, che loro stessi hanno accompagnato alla partita, sono impegnati su un campo da gioco in uno sforzo fisico e mentale, ad applicare schemi provati in allenamento, e a svolgere un’attività sportiva che è prima di tutto divertimento, ma che viene realizzata nella piena attenzione alle regole, imparando nel contempo la fondamentale importanza della stima, del rispetto, della disciplina e della correttezza. Proprio i principi che i loro genitori volevano che imparassero. Ecco allora che ci siamo permessi di elencare 15 regole di comportamento sportivo dedicate ai genitori, sperando che molti di loro le vedano come conferma di un atteggiamento già insito al loro interno, per il bene proprio e dei propri figli.
Alessandro Fabrizi
Le quindici regole
1. LASCIA GIOCARE i giovani atleti: ricordati che non è la tua partita ma la loro.
2. APPREZZA gli sforzi e le prestazioni, non i risultati.
3. EDUCA tuo figlio al rispetto per l’allenatore: sii il primo a non interferire nelle sue scelte e a non criticarle.
4. INSEGNA a tuo figlio lo spirito di squadra: il compagno che sbaglia va sostenuto senza mai essere rimproverato o preso in giro.
5. RISPETTA LE DECISIONI degli arbitri e insegna a tuo figlio a fare lo stesso.
6. RISPETTA GLI AVVERSARI, senza di loro non ci sarebbe partita.
7. UTILIZZA un linguaggio corretto.
8. INSEGNA a tuo figlio il rispetto degli orari e degli impegni assunti nei confronti della squadra.
9. COME GENITORE non puoi e non devi sostituirti al Tecnico. Se lo fai, rischi di dare suggerimenti che vanno contro le indicazioni impartite dall’allenatore, riducendone l’autorevolezza e rischiando inevitabilmente di limitare il rendimento di tuo figlio nella squadra.
10. NON MUOVERE CRITICHE ed evita di inveire contro il Tecnico: molto spesso le sue sceltesono dettate da motivazioni di cui non sei a conoscenza.
11. EVITA DI DENIGRARE i giocatori e le società sportive avversarie.
12. INFONDI SEMPRE a tuo figlio serenità ed obiettività di giudizio, sia per quanto riguarda il suo rendimento che quello degli altri.
13. AIUTA la Società Sportiva a crescere. C’è sempre bisogno di suggerimenti costruttivi.
14. APPLAUDI le imprese di entrambigli atleti e di entrambe le squadre e aiuta l’arbitro a fare il suo lavoro.
15. CONGRATULATI sempre con tutti, sia vincitori che vinti.