Sangimignano, rosa quasi al completo. Borri: “Scelta di cuore”

Ci sono ritorni e nuovi arrivi nel Sangimignano di mister Paolo Molfese – Tiso e Chiarugi, Conforti e Lucatti, Scannadinari e Massai, firme che arriveranno entro la prossima settimana e che completeranno la rosa dei neroverdi. Ritorni e novità ma anche legami che rimangono dentro e fuori dal campo. Come quelli dei fratelli Borri, che hanno condiviso anche la maglia neroverde nella passata stagione – Lorenzo ora passerà ai leoni del Poggibonsi mentre Federico, classe 1993, rimane a giocare tra le Torri. Centrale difensivo, forte di testa, cattivo nei contrasti, ambidestro, pericoloso sui calci d’angolo. Una pericolosità lucida che lo ha collocato tra i protagonisti della passata stagione, una grande annata.

Federico Borri ha scelto di rimanere al Sangimignano: perché?

“Una scelta di cuore. Non esiste un termine migliore per definire la decisione. Tanti componenti della scorsa stagione hanno fatto scelte diverse ma per me è stato naturale rimanere. La società è sempre stata seria e corretta, mi ha dato l’opportunità di ricominciare da capo dopo l’infortunio”.

Quale infortunio?

“Tutto risale a due anni fa: sono cresciuto nelle fila dell’Empoli, dove ho fatto anche la Primavera, sono passato poi al Pontedera ed è qui che mi sono infortunato e praticamente non ho mai giocato: due volte operato al menisco, all’inziio di quell’estate anche al crociato quindi sono stato fermo tanto”.

Un periodo di pausa forzata molto lungo e soprattutto accaduto nel periodo più delicato: a vent’anni avresti potuto spiccare il volo, si sentiva molto parlare di te nell’ambiente, sarebbe potuta essere l’annata decisiva. Invece no…

“Vero, la maturità calcistica c’era, anche l’occasione perché il Pontedera oltretutto vinse anche il campionato. E’ andata così”.

Poi si reagisce…

“Certo, ci mancherebbe. Gli uomini reagiscono. Devo ringraziare davvero tanto la società del Sangimignano che mi ha dato una grande opportunità per ripartire e l’allenatore Fabio Ercolino, ora tecnico del San Donato Tavarnelle. Da lui ho avuto il ‘la’ per ricominciare a sentirmi un giocatore”.

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Fondamentale, dunque, anche sotto l’aspetto psicologico ed emotivo, il ruolo della società. Un ottimo rapporto dentro gli spogliatoi e fuori dal campo…

“Fondamentale, sì. In fondo non conoscevo nessuno. Quando attraversi periodi così particolari e difficili, avere qualcuno che ti ridà fiducia in te stesso, che non ti mette pressioni, aiuta moltissimo. Il primo anno avevo ancora problemi al ginocchio, giocavo una volta sì e l’altra no mentre lo scorso campionato mi ha trovato in forma ed è stata una buona stagione, mi sono divertito anche parecchio. Siamo arrivati a un soffio dalla promozione e abbiamo vinto la Coppa Italia regionale”.

Che dire dei tuoi compagni delle giovanili dell’Empoli?

“Rugani alla Juve e in Nazionale e come lui anche altri militano nella massina serie o in B, in C… Io ho trovato la forza per ricominciare. Sono giovane abbastanza da tornare a puntare più in alto ma intanto qui sto bene e cercherò di fare il meglio. Il Sangi è una società così seria che meriterebbe anche categorie superiori” .

Dopo un campionato insieme, tuo fratello Lorenzo quest’anno è passato al Poggibonsi…

“Sono contento per lui, se lo merita. Ha fatto una grande stagione ed è giusto che colga le opportunità ora che ha 18 anni e può, deve fare il grande salto. Sarei stato contento di condividere ancora la maglia con lui, è una bella situazione ma è il suo momento: lo sfrutti e se lo goda”.

Katiuscia Vaselli