La piramide tronca su cui poggia Radicofani – così ben visibile da Siena nelle giornate luminose – è stata per tanti secoli il confine con il territorio di Viterbo: da una parte la Repubblica di Siena (e poi il Granducato di Toscana), dall’altra lo Stato Pontificio. Se le due città hanno vissuto fino al 1861 in Stati diversi esse sono state sempre unite dalla strada Francigena, la principale arteria stradale del medioevo. Insomma: due città lontane e vicine a un tempo. Ma tutte queste considerazioni degne di un viaggiatore del Grand tour non serviranno oggi pomeriggio al “Sandro Quatrini”, dove alle 15.30 scenderanno in campo i due XV per il primo atto della sfida che promuoverà la vincente alla serie B. Un ritorno per i laziali che vi hanno militato per oltre una dozzina di anni, una conquista per i senesi che la B l’hanno, fino a due anni, solo sognata. “Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto finora – dichiara Antonio Cinotti – ma in 160 minuti ci giocheremo non solo la stagione ma tutta la storia. I ragazzi sono “carichi” e si sono allenati bene. Sono e siamo tutti sereni, il nostro valore lo abbiamo dimostrato durante la stagione. Mi spiace per le assenze di Mondet, Sestini e Gaggelli, ma chi giocherà farà il suo dovere. Vedremo di fare una bella prestazione al cospetto di un avversario di rango”.
Il match si preannuncia incerto: impossibile, ad oggi azzardare un pronostico. Nessuno conosce i rapporti di forza tra i due XV. Le due squadre, come sempre avviene in questi casi, hanno cercato di ‘carpire’ qualche informazione sul modo di giocare dell’altra: filmati su youtube, racconti di ex avversari, resoconti sulla stampa. Giusto per avere qualche “dritta”. Così Viterbo avrà scoperto che il gioco del Cus è imperniato sulla forza dei suoi avanti, e Siena ha invece saputo che i laziali hanno la loro migliore arma nel gioco dei trequarti. Il Viterbo arriva alla finale dopo quattro impegnative partite nei play off (tre vittorie e una sconfitta) e aver letteralmente strapazzato le avversarie del campionato regionale del Lazio nord (21 vittorie – e 21 bonus offensivi – su 22 partite). Un cammino trionfale, al cospetto di quello non certo di minor valore del Cus Siena (16 vittorie – con 9 bonus – e due sconfitte) e secondo posto nella classifica finale di un girone interregionale sicuramente più impegnativo di uno regionale. Rimane in fatto che nel Lazio il rugby ha da sempre una solida enclave di appassionati e praticanti. La gloriosa Rugby Roma ha vinto cinque scudetti (l’ultimo nel 2000), e in altre piazze, Colleferro, Frascati, Viterbo, Rieti, solo per citarne alcune, la disciplina ha una cospicua base di praticanti. Quella che magari è mancata – ma questo è un problema che riguarda tutto il mondo ovale, almeno fino a poco tempo fa (ora le cose stanno cambiando) – è la capacità di questi nuclei di dialogare con il resto della società: di farsi fatto sociale, in una parola. Oggi pomeriggio sono attesi al “Quatrini”, un bell’impianto in erba, molte centinaia di spettatori. Il match sarà diretto da Mancini di Frascati. Diretta radiofonica su Radio Siena a partire dalle 15.20 (Fm 92,2, 93,7 MHz ma anche www.radiosiena.com per chi si troverà fuori della portata delle antenne dell’emittente). Fischio d’avvio alle 15.30
Gabriele Maccianti
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