Treantadue fa oggi morivano sotto i colpi di pistola di Sergio Cosimini due giovanissimi carabinieri in forza al Radiomobile della compagnia di Siena. Per Mario Forziero e Nicola Campanile la vita si si spense quel primo giugno del 1990. Un dramma che colpì al cuore tutta la città e sconvolse la tipica tranquillità di Siena. Ed è davvero così. Quel primo giugno di trentadue anni fa era una giornata tranquilla. Faceva caldo; Forziero e Campanile stavano perlustrando la città. Normali controlli quando in via dei Gazzani notarono un giovane in sella ad un ciclomotore che stava procedendo in contromano. Lo fermarono e non immaginavano neppure lontanamente che fosse armato. Fu un attimo e quello sconosciuto estrasse una pistola e sparò verso i due carabinieri ferendoli mortalmente. Scappò e venne bloccato al terminal degli autobus. Si trattava di Sergio Cosimini nato e residente a Firenze. Aveva già ucciso qualche giorno prima proprio nella sua città natale uccidendo il padre di Marco Cordone. Ma tutto questo fu scoperto solo qualche giorno dopo il duplice omicidio di via dei Gazzani.Sergio Cosimini per i delitti commessi non è stato condannato perché ritenuto totalmente incapace di intendere e di volere. Dieci anni nel manicomio giudiziario e ora rinchiuso a Volterra. Chissà se tra i fantasmi e i demoni della sua mente ha mai provato pentimento o rimorso, se ha mai ricordato i volti di quei tre uomini, Cordone, Forziero e Campanile, che aveva ucciso. Chissà.
Cecilia Marzotti
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