Anche i detenuti della casa circondariale di Santo Spirito parteciperanno a 100 canti per Dante, iniziative organizzata questa domenica dal comune di Siena in collaborazione con la Cooperativa stazione Utopia e l’Associazione Culter per celebrare i 700 anni della morte del Sommo poeta.
“Nello specifico, saranno irradiati in filodiffusione stralci dei canti della Divina Commedia letti dai detenuti che presteranno la loro voce per essere parte di un evento che, come noto, coinvolgerà privati cittadini di ogni fascia di età , studenti, rappresentanti delle istituzioni, enti, associazioni di volontariato-si legge in una nota-. A testimonianza dell’universalità del sommo poeta e del multiculturalismo esistente all’interno della Casa circondariale gli estratti dei canti saranno letti in diverse lingue e dialetti regionali.I detenuti che si cimenteranno nel reading collettivo hanno seguito un breve corso di formazione di preparazione alla lettura, tenuto da docenti appartenenti all’associazione Culter e sotto la guida di Ugo Giulio Lurini, responsabile del laboratorio teatrale in carcere”.
“Le iniziative culturali in genere trovano larga diffusione all’interno della Casa Circondariale-prosegue il testo-. L’impatto che esse hanno è estremamente rilevante sia sulle persone direttamente coinvolte che per la comunità nel suo complesso. L’esperienza ha dimostrato l’elevata valenza educativa di queste attività che sviluppano una nuova consapevolezza di sé, ricostruiscono l’autostima e la fiducia in se stessi e accrescono il senso di responsabilità ” .
“Può un solo canto della Divina Commedia abbattere steccati e costruire ponti, avvicinare persone e mondi apparentemente separati? Sì, è possibile!” -Queste le parole di entusiasmo espresse da Sergio La Montagna, Direttore della Casa Circondariale di Siena per raccontare l’esperienza di un gruppo di detenuti che partecipano a 100 canti per Siena domenica 3 ottobre.
‘”Aderire al progetto 100 canti per Siena – prosegue La Montagna – è stata un’esperienza sorprendente che ha unito i nostri detenuti, appartenenti a diverse etnie, in un unico canto corale dove ognuno ha potuto esprimersi nella propria lingua di origine.
Ancora una volta è la forza della poesia a vincere, ad abbattere i muri e a superare ogni barriera. A guidare i nostri cantori la straordinaria sinergia tra gli organizzatori dell’evento e gli operatori del carcere che ogni giorno e a diverso titolo offrono il loro indispensabile contributo, le educatrici Giuseppina Ballistreri e Maria Iosè Massafra, l’insegnante del CPIA Michele Campanini, l’insegnante dell’Istituto Caselli Catlin Giolitti, gli attori e registi del laboratorio teatrale Ugogiulio Lurini e Sergio Licatalosi e tutto il personale della Polizia Penitenziaria. A tutti loro va il mio sentito ringraziamento per aver consentito anche ai nostri ospiti di dare voce al Sommo Poeta”.