Il Comune di Siena sta spingendo “per la realizzazione di una nuova centrale operativa del 118 di Siena e Grosseto perché l’attuale non è conforme sin dalla nascita ai requisiti strutturali” indicati nella delibera di Regione Toscana numero 544 del 30 giugno 2014.
Così l’assessore alla salute di palazzo pubblico Giuseppe Giordano durante il convegno “Futuro Emergenza-urgenza, proposte di un cambiamento”, organizzato a palazzo patrizi da Movimento Civico Senese e Fdi Siena.
“Occorre una normativa nazionale sull’emergenza-urgenza con una visione di sistema che favorisca la ripartizione e valorizzazione delle funzioni tra i professionisti del servizio (medici, infermieri, volontari). In questa direzione mi pare vada il disegno di legge firmato da 24 deputati di Fratelli d’Italia, tra i quali l’onorevole Michelotti”, ha detto Giordano che ha chiesto poi a Regione e Parlamento di “risolvere una volta per tutte la questione della stabilizzazione dei medici convenzionati del 118 valorizzando l’anzianità di servizio”.
“Se è necessaria una cornice nazionale, altrettanto indispensabile è che gli interventi vengano calati appropriatamente sul territorio – afferma ancora l’assessore Giordano -. Nel caso dell’area vasta Siena-Arezzo-Grosseto ad esempio, che occupa il 51% del territorio regionale, le necessità sono ben diverse anche solo per morfologia del territorio (si pensi alle difficoltà di raggiungere molte zone della montagnola senese e dell’Amiata) da quelle della piana fiorentina. Di conseguenza la Regione Toscana non può pensare di uniformare gli interventi”.
Per il dottor Filippo Rinaldi, membro di FdI, “la medicina di emergenza /urgenza versa in uno stato di evidente difficoltà” e “qualunque riforma si voglia fare del sistema sanitario, è obbligata a partire da questo sistema. Un paziente cronico ha dei tempi di attesa, uno in emergenza ha poco tempo a disposizione. È importante fare una sintesi del problema. Innanzitutto la regionalizzazione della sanità è una buona cosa, l’eccesso un po’ meno”.
“Vanno delineate carriere e responsabilità e far passare chiaramente l’idea – prosegue Rinaldi -, che si tratta di un lavoro che può durare tutta la vita, e non un lavoro di passaggio in attesa di soluzioni migliori. Perché sono esattamente queste le principali motivazioni per cui attualmente la crisi della medicina di emergenza è la più grave di tutte, perché nessuno sano di mente può pensare di vivere 40 anni di lavoro sotto stress perenne e con scarse o nulle possibilità di carriera. Il medico del 118 è uno che si muove in qualunque momento dell’anno, del giorno e della notte con qualsiasi condizione climatica, neve, pioggia e quant’altro. È un medico che si può trovare di fronte sia ad una situazione banale, sia di fronte ad un evento estremo, e deve decidere in pochi minuti e con risorse minime la destinazione di un paziente”.
Ed ancora: “Il medico di Ps è un’altra vittima predestinata di un sistema fallito, colui che si trova fra incudine e martello. Perché gli affluisce qualunque utente a causa del fallimento del territorio, e deve lottare strenuamente con i reparti che viaggiano a posti ridotti e fanno strenua resistenza a qualunque ricovero”.