Sembra proprio di sì: ci risiamo (gli scongiuri li faccio sotto la tastiera del computer mentre scrivo perché la scaramanzia, la cabala, la fortuna, sono elementi essenziali di ogni fase del Palio e noi, soprattutto ora, per sicurezza, li mettiamo tutti in atto) e il 29 maggio, dopo due anni di Covid-stop, assisteremo di nuovo all’estrazione delle Contrade per il Palio del 2 luglio 2022.
Certa che non vi siete “dimenticati” nulla, ma desiderando ricominciare insieme “ad intrecciare i fili della storia”, non possiamo non partire dall’inizio quando prendere parte da una Carriera era semplicissimo. Le Contrade convocavano l’assemblea del popolo (da sempre sovrana) e decidevano se dare o meno la loro adesione alla corsa.
Quindi, di volta in volta, si sceglieva se correre o non correre. Questo fino al Palio del 2 luglio del 1720 che segna una svolta decisiva: alla Carriera aderiscono tutte le 17 Contrade ancora “attive” (che poi sono quelle di oggi). Cosa accade però da renderlo un vero e proprio spartiacque non solo nella storia dell’estrazione ma della Festa nel suo complesso? A conclusione della corsa un uomo (ma altre fonti dicono due) si lancia in pista per andare a prendere il cavallo vittorioso ma viene travolto da quelli che sopraggiungono e che i fantini non riescono a fermare e, per il troppo sovraffollamento in pista, rimane ucciso.
Si comprende, così, che è il momento di cambiare qualcosa ed i governanti prendono atto dell’oggettiva pericolosità di una gara con tanti partecipanti, tanto da indurli ad un serio disciplinamento a partire dalla riduzione a dieci del numero delle Contrade che, ad ogni Palio, potranno scendere sul tufo. In realtà l’evento sarà il motore che indurrà i Quattro Regolatori di Biccherna ad emanare, il 7 maggio 1721, un Regolamento che, di fatto, è ancora la spina dorsale di quello attuale e l’articolo 16 regimenta proprio: “la tratta delle Contrade”. Come? Beh, questa è un’altra storia e ve la raccontiamo domenica prossima…tanto il 29 maggio dobbiamo aspettarlo, no?
Maura Martellucci
Per approfondire: Duccio Balestracci, “Il Palio di Siena. Una festa italiana”, Laterza 2019.
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