Martedì 8 marzo 2022, in occasione della Giornata internazionale della donna, il Ministero della Cultura ha disposto l’ingresso gratuito delle donne nei musei e nei luoghi della cultura statali. E lo stesso fanno tanti altri musei regionali e comunali.
Giusto o sbagliato che sia – le opinioni in materia si dividono in maniera piuttosto netta – il rammarico è quello di un rito che si ripete ogni anno, anche con una certa stanchezza, e senza che al biglietto gratuito corrisponda qualcosa di innovativo o di attraente. Se non in pochi casi.
Come, il Museo di Palazzo Grimani, a Venezia, per l’occasione ospita un pomeriggio di letture e musica, omaggio a tre direttrici di grandi musei italiani: Fernanda Wittgens, direttrice della Pinacoteca di Brera dal 1940, Palma Bucarelli, a capo della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dal 1941 e infine Caterina Marcenaro, conservatrice delle Belle Arti nel Comune di Genova dal 1950.
Sempre a Venezia, il Museo di Arte Orientale organizza invece per l’occasione una visita guidata speciale, dal titolo “Eroine, scrittrici e fashion addicted nell’arte giapponese”, narrando vicende militari, avventure sentimentali e intellettuali, vita di corte e di moda.
Al Museo archeologico di Aquileia (Udine), invece, il tema scelto per una conferenza sono “Le donne nella Grande Guerra”, ma la sensazione, leggendo appunto la pagina dedicata , è di apprezzamento per chi fa iniziative, ma anche di lieve claustrofobia per il fatto che si voglia parlare sempre e soltanto di donne, invece di allargare la visuale per offrire argomenti non meno interessanti.
Personalmente, l’appuntamento che mi intriga di più è quello proposto dal Museo della Civiltà di Roma, “Donne d’Oriente”, descritto come un viaggio incentrato sulla donna nelle culture orientali: dalla mitica Regina di Saba alle dee madri del Vicino Oriente antico, dalle divinità benefiche e terribili del mondo hindu fino alle dame della città carovaniera di Palmira in Siria, passando per le illuminate della tradizione buddhista. Ma anche in questo caso, l’argomento rimane lo stesso: affascinante, ma lievemente monotono.
Almeno, la Galleria dell’Accademia di Firenze la “butta” sulla tecnologia, offrendo un’opportunità anche da remoto, con la messa on line del podcast dedicato al dipinto “Santa Maria Maddalena e otto storie della sua vita” di autore ignoto, ribattezzato appunto il Maestro della Maddalena,
Roberto Guiggiani
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