Un rete per monitorare l’evoluzione dell’epidemia da covid attraverso il controllo di alcuni campioni presi dalle reti fognarie della Toscana e per avere un sistema di allerta precoce in caso di diffusione del contagio. Questo in sintesi il progetto che Regione Toscana porta avanti insieme alle Università di Firenze e Pisa, Ingegnerie Toscane e Autorità Idrica Toscana.
La prima fase è partita a inizio anno e, come è stato dimostrato nella conferenza sullo stato dei lavori di questa iniziativa, la verifica dei campioni delle acque di scarico ha segnalato un aumento della presenza di copie genomiche del virus in corrispondenza con l’aumento dei tamponi positivi al covid( durante le “ondate”). Questi sono risultati incoraggianti che fanno capire come anche la fognature possono essere usate come ulteriore strumento di sorveglianza della malattia in un’ottica di “wastewater-based epidemiology” (wbe).
“E’ un progetto all’avanguardia, in cui abbiamo subito creduto e che va ad aggiungersi al nostro sistema diffuso e articolato di contrasto alla pandemia attraverso lo screening tra la popolazione e la vaccinazione dei cittadini – commenta il presidente Eugenio Giani -. Abbiamo avviato questa importante ricerca prima ancora che l’Unione Europea raccomandasse ai Paesi membri di attivarsi con iniziative che andassero in questa direzione. Ho fiducia nella ricerca e nella scienza soprattutto se, come in questo caso, ci aiuta a rilevare l’eventuale presenza di focolai, a seguire l’evoluzione della diffusione del virus o a individuarne di nuovi, per intervenire tempestivamente con azioni mirate di contrasto”.
“In Toscana abbiano quasi 14mila chilometri di reti fognarie e 1200 impianti di trattamento dei reflui. Poter sorvegliare picchi di contagio da covid-19 per il servizio idrico può essere relativamente facile, in modo da dare ampia collaborazione alle Asl territoriali e alle comunità locali”, spiega Alessandro Mazzei, direttore generale dell’Autorità Idrica Toscana.
La parte due del progetto durerà altri 3 anni e sarà un’integrazione del progetto di sorveglianza nazionale “Sari”. ” La volontà è pertanto quella di investire sul valore aggiunto che gli approfondimenti regionali potranno fornire, con l’obiettivo di continuare a utilizzare le reti fognarie per l’allerta precoce anche di eventuali future epidemie”, dicono dalla Regione.