Toscana

A Siena il congresso nazionale della Società italiana di criminologia

Summit nazionale di criminologia a Siena su un tema di grande interesse pubblico: “Genere, cultura e criminalità”.

Un confronto scientifico che affronterà a 360 gradi fenomeni osservati a diversi livelli di ampiezza e di profondità, riflettendo sui contesti socio-culturali, le mutazioni valoriali, le ipotesi criminogenetiche, gli aspetti di politica criminale, i protocolli clinici, le pratiche professionali, le esperienze trattamentali, il contributo del volontariato.

Sono questi i variegati temi al centro del 36esimo Congresso nazionale della Società italiana di Criminologia, in programma a Siena, all’Hotel Garden, da giovedì 19 a sabato 21 ottobre, organizzato dalla professoressa Anna Coluccia, criminologa, responsabile dell’Area organizzazione e gestione dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese e professore ordinario dell’Università di Siena.

“Le profonde trasformazioni cui le società globalizzate sono andate incontro negli ultimi decenni, non solo in Occidente – spiega la professoressa Coluccia – sollecitano da parte del sapere criminologico una riflessione attenta, articolata e consapevole sui rapporti tra genere, contesti socioculturali e forme, vecchie e nuove, di criminalità. La violenza contro le donne e contro coloro che non si riconoscono nella divisione nominale dei generi, nella sua differenziata evidenza fenomenologica, ha assunto una consistenza che gli studi criminologici non possono ignorare, visti anche i drammatici eventi di cronaca di questo periodo”.

“Da questo punto di vista, fattispecie criminali in apparenza reciprocamente lontanissime possono infatti stimolare una lettura criminologica. Il congresso – prosegue Coluccia – pone l’accento in via privilegiata sulle vittime, la cui centralità si è venuta progressivamente affermando nelle prospettive criminologiche degli ultimi anni. Interrogarsi sui rapporti intercorrenti tra genere, cultura e criminalità – conclude la professoressa Coluccia – può rappresentare una preziosa occasione per ripensare e rivalutare complessivamente modelli teorici, apparati metodologici e strumenti operativi delle discipline criminologiche”.

marco crimi

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