A Siena l’Europa secondo Prodi: “La Ue è come un pane cotto a metà: rischia di marcire”

“L’Europa era un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Adesso però le cose sono peggiorate e parlerei invece di un’Europa che è un pane cotto a metà. Quando lasci l’acqua dentro un bicchiere questa può restarci per mesi. Ora però l’Europa è un pane cotto a metà che, dopo pochi giorni,  diventa orribile e che se non conclude il suo processo poi marcisce”.

Ha usato una metafora l’ex-premier Romano Prodi per dire la sua sullo stato attuale della Ue durante il suo intervento alla quarta Conferenza sul futuro dell’Europa, iniziativa promossa dall’Università di Siena, dall’Istituto Universitario Europeo e dal Think Tank Vision, che si sta svolgendo alla Certosa di Pontignano.  L’ex-presidente del consiglio, rispondendo al giornalista Bill Emmott, ha voluto evidenziare come “il senso del progresso che la Ue rappresentava è scomparso dopo la crisi finanziaria”. E l’irrilevanza dell0 Unione, secondo Prodi, “è stata confermata dal conflitto in Ucraina” dove “non c’è stata una mediazione europea e nemmeno una considerazione verso il nostro ruolo”. Quindi, prosegue l’ex-presidente della commissione europea, “se prima esisteva una sorta di forza politica dei nostri Paesi, ora siamo semplicemente parte degli Usa, così come la Russia è parte della Cina”.  L’intervento di Prodi è stato nella giornata inaugurale della Conferenza sul futuro dell’Europa. Tra i relatori sono previsti anche il ministro Raffaele Fitto e l’ex-ministro Enrico Giovannini. “C’è una possibilità di discutere, con personalità di spicco internazionale, su quello che riguarda il Pnrr, la sua attualizzazione e le potenzialità che questa ingente quantità di risorse può garantire al nostro Paese. Questa conferenza ci permette di avere una visione di lungo termine sulle prospettive internazionali dell’Unione Europea, dei suoi rapporto con le grandi regioni del mondo”, le parole del rettore dell’Università Roberto Di Pietra. “L’Europa è più solida? Probabilmente è un effetto indotto dalla situazione della guerra: gli assetti geopolitici, a causa del conflitto si sono radicalmente modificati”.