“Da eroi a invisibili in pochi mesi, nonostante i sacrifici e l’impegno profuso a tutela della collettività. Non ci stiamo a decisioni prese sopra le nostre teste senza coinvolgerci”
Cisl e Cobas della Toscana contestano l’ordinanza della Regione Toscana che stabilisce la possibilità di un supporto temporaneo da parte delle Asl in caso di carenza di personale nelle Rsa. L’atto, stando a quanto spiegato dalla Regione in una nota , “vuole contribuire a far fronte alla situazione di criticità relativa alla carenza di personale infermieristico che da tempo viene segnalata dalle Rsa. “Nei casi estremi in cui questa carenza dovesse condurre i gestori a non riuscire a rispettare i parametri previsti per legge, la conseguenza inevitabile sarebbe l’interruzione del servizio da parte della struttura con i conseguenti, enormi disagi per gli utenti, che dovrebbero essere spostati altrove”, aveva ricordato la Regione aggiungendo che l’ordinanza “consente temporaneamente la stipula di convenzioni della durata di massimo cinquanta giorni tra l’Asl e le Rsa e quindi di scongiurare il rischio di chiusure”. L’intervento emergenziale avrà la durata di massimo 50 giorni e verrà utilizzato solo per le Rsa a rischio chiusura delle attività.
Alla FP-Cisl non è piaciuto il metodo che, secondo la sigla sindacale, è stato usato dal presidente della Regione Eugenio Giani: “Dispongono di noi e del nostro lavoro come di oggetti. Firmare un’ordinanza simile senza alcun confronto con i lavoratori e con le sigle sindacali che li rappresentano. Un’ordinanza che incide notevolmente sulla vita di centinaia di professionisti e mette in difficoltà anche chi dovrà poi prendere delle decisioni in merito. Quello che chiediamo è di essere convocati con la massima urgenza per avviare un confronto che sia proficuo per tutti”, si legge in un comunicato.
Critico anche Costantino Borgogni, dell’esecutivo Cobas Siena pubblico impiego – sanità. “Ritengo che questa ordinanza diramata sia solo una cura palliativa, nel senso che si rimanda la problematica di qualche mese per poi ritornare allo stato attuale; non va altresì sottovalutato il fatto che i soldi pubblici (derivanti dalle tasse che paghiamo) per il trattamento economico del personale continua ad essere alla voce spesa delle Asl, favorendo ancora una volta i privati nella loro continuità di profitto”, afferma.
Ancora Borgogni. “Nelle Rsa pubbliche non si risolve questa tematica di carenze del personale infermieristico con un prestito di operatori sanitari a tempo determinato dal concorso Estar, ma ormai sono molti anni che non vengono indetti concorsi pubblici tanto che tra i vari pensionamenti o mobilità, le Rsa pubbliche hanno visto sostituito in misura sempre maggiore il loro personale da operatori sanitari delle cooperative o dall’agenzia interinali”.