Toscana

AdF, 115 milioni di euro d’ investimenti previsti nel nuovo piano industriale

Investimenti pari a 115 milioni di euro – di cui 23 per il settore della depurazione, 7 per l’innovazione ed altrettanti per la digitalizzazione -.Sono alcuni dei numeri del piano industriale 2022-2024 di Acquedotto del Fiora

In tre anni gli investimenti saranno di 101 euro a persona, una delle medie più alte in Italia e in linea con i paesi del nord Europa. Nello sviluppo ci sono alcuni pilastri evolutivi: “economia circolare, territorio e imprese, cambiamento climatico, riuso e comunità energetiche, digitalizzazione, innovazione e sviluppo sostenibile” ed ancora “la scuola di impresa Agile Academy come partner all’avanguardia per gli stakeholder”, spiegano dall’azienda.

AdF promette di operare nel suo territorio “con una visione strategica di ampio respiro tesa a creare valore, ideando, sostenendo e sviluppando progetti di alta qualità tecnica, forte della crescita e dell’alta specializzazione acquisita negli ultimi tre anni”.

“Il triennio appena concluso ha segnato un passaggio epocale per AdF – sottolinea il presidente Roberto Renai – Abbiamo accettato numerose sfide, che hanno segnato una tappa evolutiva fondamentale nel passaggio da acquedotto a moderna azienda del settore idrico. Nella gestione di questa transizione si è aggiunto anche l’elemento della pandemia, che ci ha visti impegnati in una ulteriore trasformazione, per reinventarci nuovamente. Esauriamo una fase che è stata un’esperienza di successo, come ci confermano i numeri: gli investimenti messi a terra, la riduzione delle perdite in rete, la digitalizzazione, il protocollo di economia circolare, solo per citarne alcuni-continua-. Ora questo nuovo piano industriale ci pone davanti a ulteriori sfide: l’azienda evoluta riferimento per questa comunità, la transizione ecologia e digitale, il portare avanti la nostra scuola d’impresa. Dobbiamo affrontarle con energia: se lo aspettano i cittadini, i soci, il territorio e un mondo che per essere competitivo deve essere sempre allineato ai nuovi bisogni della società”.

L’azienda “è fortemente concentrata sul proprio profilo industriale, il servizio idrico integrato, con particolare attenzione ai settori di depurazione, fognatura e ricerca perdite: lo raccontano con chiarezza i numeri degli investimenti fatti finora e i 115 milioni di euro che metteremo a terra nei prossimi tre anni, di cui 23 dedicati totalmente al settore della depurazione – spiega l’amministratore delegato Piero Ferrari – Manteniamo le radici fortemente ancorate al nostro core business, ma rivolgiamo anche lo sguardo al futuro attraverso i tre pilastri evolutivi che sono economia circolare, territorio e imprese, cambiamento climatico, riuso e comunità energetiche, digitalizzazione, innovazione e sviluppo sostenibile e lo facciamo ancora più concretamente con l’Agile Academy, che sarà il partner di tutti i nostri stakeholder, primi fra tutti i Comuni soci, ponendosi come un “competence center” specializzato in aree tematiche: architettura e agricoltura, rigenerazione urbana, risorse naturali, energia e ambiente, mobilità elettrica, acceleratori e incubatori di start up, innovazione e digitalizzazione”.

AdF “punta a sviluppare interventi che coinvolgeranno sempre di più il territorio servito, nell’ottica dell’economia circolare, valutando oltre agli aspetti tecnici anche gli impatti economici, sociali, occupazionali e ambientali. Rimane fondamentale e prioritario per l’azienda seguire tutte le opportunità che la digitalizzazione e l’innovazione potranno offrire per migliorare l’efficacia e l’efficienza del servizio idrico integrato-spiega l’azienda in un comunicato-. Tutto questo sarà realizzato con l’attenzione a uno sviluppo sostenibile, in cui gli investimenti infrastrutturali saranno anche finanziati attraverso contributi nazionali o regionali, oltre che indirettamente, in partnership con il sistema bancario o con le principali istituzioni territoriali di sviluppo”.

Inoltre AdF “guarderà al cambiamento climatico per sviluppare nuove progettualità in grado di dare un contributo nell’ottica del riuso, dove possibile e finanziabile, nonché alle comunità energetiche, all’interno di un percorso evolutivo che guarda al rafforzamento delle capacità tecniche per orientare le risorse su progetti di valore”, si legge ancora.

marco crimi

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