Nell’ agricoltura “c’è un grande problema di mancanza di manodopera. E l’immigrazione può dare una risposta nell’immediato” . Luca Marcucci, vicepresidente di Cia Siena, si trova d’accordo con la linea di Stefania Saccardi.
L’assessore regionale con delega all’agroalimentare ieri si era augurata che i flussi migratori “fossero riaperti” in modo da collegare il fenomeno alla formazione e all’inserimento lavorativo ed andando così ad aiutare il settore a risolvere una criticità segnalata da tempo: la difficoltà a trovare personale.
E le sue parole sono simili a quelle di Marcucci che ha segnalato come in Toscana manchino 5mila persone solamente per fare la raccolta dell’uva. Logico è che, se si guarda all’intero settore il fabbisogno cresce esponenzialmente.
“La decisione di come distribuire i migranti spetta alle Prefetture – aggiunge -. Sono loro che dovrebbero mettersi in contatto con le imprese per capire le loro necessità. Così riusciremo anche a prevenire un fenomeno come il caporalato”.
Intanto il vicepresidente di Cia Siena ha tracciato un suo personale di quella che sarà la vendemmia 2023, scandendo numeri simili a quelli di altre associazioni di categorie: si prevede una diminuzione del 20% della produzione anche a causa della diffusione della peronospora. “Ma la qualità sarà eccelsa”, ha assicurato.
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