Toscana

Anticorpi monoclonali di Tls, alle Scotte trattato il primo paziente positivo al covid

Al policlinico Le Scotte è stato trattato il primo paziente covid con i monoclonali di Tls per la sperimentazione di fase 2-3 . Lo annuncia l’ospedale in una nota stampa  La somministrazione e il monitoraggio della nuova cura è effettuata dai professionisti della Uoc Malattie Infettive e Tropicali dell’Aous.

“I pazienti potenzialmente reclutabili per questi anticorpi monoclonali sono al momento 40. – afferma  professor Mario Tumbarello, direttore di Malattie Infettive e Tropicali– I pazienti devono essere segnalati precocemente, gli anticorpi devono essere somministrati entro 72 ore dalla positività del tampone. I criteri di esclusione per questo studio sono inferiori rispetto alle limitazioni dei precedenti anticorpi approvati da Aifa, per esempio possono essere arruolati anche pazienti giovani e paucisintomatici. L’obiettivo dello studio è anche quello di dimostrare come con questi anticorpi si guarisca prima, come il tampone si negativizzi più rapidamente e come non diventi necessaria l’ospedalizzazione.

La somministrazione dei monoclonali approvati da Aifa è iniziata a fine marzo,  come ricordano dalle Scotte, mentre dai giorni scorsi è cominciata la sperimentazione  di fase due e tre dei farmaci di Tls “sempre con l’arruolamento dei pazienti che avviene in seguito alla segnalazione da parte dei medici di base e dell’Usca, in collaborazione con l’Asl sud est”, spiegano dalle Scotte .

“Innanzitutto sottolineo il grande sforzo profuso per questa sperimentazione – aggiunge il professor Bruno Frediani, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Aou Senese – a partire dalla direzione generale, per arrivare a tutti i professionisti sanitari impegnati, in particolare a quelli del nostro reparto di Malattie Infettive e Tropicali. Siamo orgogliosi di far parte di questa sperimentazione, innanzitutto perché stiamo parlando di un farmaco nato a Siena, rivolto all’Italia e con una prospettiva di sviluppo internazionale. La qualità di questo anticorpo monoclonale è notevole, consente la somministrazione intramuscolo al posto di quella endovenosa. Inoltre questo trattamento sembra avere una buona risposta anche per le varianti”.

 

 

marco crimi

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