E’ finito in carcere con accuse pesanti il comandante provinciale dei carabinieri di Prato, Sergio Turini: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e accesso abusivo a sistemi informatici. Era arrivato a Prato nel 2021 dopo aver guidato la Compagnia di Poggibonsi.
Le misure – contestualmente all’arresto di Turini sono finiti ai domiciliari un imprenditore tessile pratese e il titolare di un’agenzia di investigazioni private – sono state eseguite dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale nelle province di Prato e Torino. Per l’ufficiale dei carabinieri anche le accuse di peculato, omessa denuncia di reato e omissione d’atti d’ufficio.
Il terremoto ha fatto tremare l’Arma stamani, da quando si è avuta notizia dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Firenze su richiesta della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo fiorentina, provvedimenti eseguiti dal Ros dei carabinieri nelle province di Prato e Torino con il supporto dei militari pratesi.
L’indagine si è concentrata sull’ufficiale dell’Arma, e sui rapporti che avrebbe intrattenuto con un imprenditore dal quale avrebbe ottenuto vantaggi economici, in particolare il pagamento di un viaggio negli Stati Uniti e l’interessamento per evitare il trasferimento a un’altra sede, tramite una conoscenza politica, interessamento che però non è andato a segno.
Turini è accusato anche di aver intrattenuto rapporti col titolare dell’agenzia investigativa fornendo notizie riservate su un dipendente della stessa e gli avrebbe procurato dei clienti, ricevendo in cambio utilità non meglio specificate. Gli investigatori della Dda hanno contato 99 accessi abusivi alle banche dati delle forze dell’ordine per fornire notizie a un altro imprenditore e ad alcuni conoscenti del tenente colonnello. Nel frattempo l’Arma aveva avviato le procedure per il trasferimento di Turini in un’altra sede.
“Essendo garantista e conoscendo di persona Sergio Turini, rimango sbigottito e colpito. Sono certo che riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati e a far emergere la sua innocenza”, è la reazione di Massimiliano Zetti, segretario generale del Nuovo sindacato Carabinieri