Toscana

Assistenza a malato terminale, Becattini: “Solo un’incomprensione, ci impegneremo a fare meglio”

“Ci sono state delle incomprensioni, ma l’Asl doveva fare maggiore chiarezza. E ci impegneremo a offrire un’assistenza migliore”.

Dopo l’articolo pubblicato stamani su Siena News (link) in cui una giovane donna lamentava la mancanza di assistenza al padre malato terminale è arrivata la risposta dell’Asl. A parlare è Giovanni Becattini. responsabile dell’infermieristica dell’azienda su Siena. Nel dirsi disponibile ad un confronto con la famiglia – in giornata l’Asl ha provato a mettersi in contatto con la figlia – lo stesso Becattini ha raccontato la versione della Sud Est. Ed ha sottolineato inoltre quanto sia fondamentale stabilire un rapporto sereno, costruttivo e di grande comprensione con le famiglie che hanno parenti pazienti di cure palliative.

Come risponde l’Asl alla versione della ragazza sulla mancata assistenza al padre?

“Quando abbiamo letto la notizia siamo rimasti sorpresi. E così abbiamo deciso di approfondire. Questa cosa non appartiene all’Asl sud est. Non ci immagineremo mai di non andare nella casa di un positivo. Figuriamoci se non seguiamo una persona che necessita di cure palliative. C’è stata semmai una variazione dei giorni d’assistenza: durante la scorsa settimana gli infermieri sono passati in tre giorni differenti rispetto a quelli ‘soliti’. Il problema è legato ad una questione di comunicazione”.

Quindi c’è stato un fraintendimento tra le parti. La ragazza però ha lamentato il fatto di non essere stata avvisata che nessuno sarebbe andato..Non le risulta?

“Non mi risulta. Crediamo di averla avvertita sulla variazione, ma ci impegneremo ad essere più chiari. Magari non ci siamo fatti capire”.

La ragazza ha fatto notare che c’è stata una mancanza di empatia nei confronti suoi e di suo padre..

“Questo mi dispiace enormemente. Se la signora segnala questo comportamento lo dobbiamo registrare. Questo vuol dire che ancora dobbiamo farci conoscere per come gestiamo le cure palliative. Dobbiamo quindi lavorare per stabilire un rapporto con i familiari. E dobbiamo stabilire delle vere e proprie regole d’ingaggio per avere una relazione che possa andare avanti nel lungo periodo con queste persone”

Lei cosa si sente di dire a questa famiglia?

“Noi ci mettiamo e siamo a loro disposizione. E parlo anche a nome dei medici quando dico che impegneremo ancora di più per fare capire il nostro lavoro svolto nell’ambito delle cure palliative a Siena. Faremo comunque tesoro di questa vicenda che deve insegnarci di più, anche se nessuno ha inteso danneggiare o fare un torto a questa famiglia”.

C’è un ultimo dettaglio: la ragazza ha evidenziato l’atteggiamento dell’infermiera sul chi dovesse essere in possesso dell’asta della flebo. E dell’attrezzatura restante.

“Anche in questo caso è evidente che sia stata un’incomprensione. Ma è logico che su certi dettagli, per esempio su chi deve passare a prendere il materiale per fare le flebo, serve maggiore chiarezza ed anche mettersi d’accordo”.

marco crimi

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