Autostrade per l’Italia deve rimuovere e distruggere tutti i Tutor esistenti sulla rete autostradale perché costituiscono violazione di brevetto. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Roma al termine di una causa avviata nel 2006. Per i giudici il sistema di sorveglianza sul traffico autostradale Tutor installato da Autostrade per l’Italia sulla rete da essa gestita in concessione, costituisce contraffazione del brevetto di cui è titolare la Craft, piccola azienda di Greve in Chianti, fondata da un ex tecnico della Galileo Romolo Donnini, assistito dal professor Vincenzo Vigoriti e dall’avvocato Donato Nitti. Perciò la Corte d’appello di Roma ordina anche ad Autostrade di astenersi per il futuro dal fabbricare, commercializzare e utilizzare il sistema in violazione del brevetto. Per ogni giorno di ritardo Autostrade dovrà pagare a titolo di sanzione civile 500 euro in favore della Craft. La società è stata anche condannata al pagamento delle spese legali. La Corte d’appello non ha riconosciuto il diritto della Craft al risarcimento ma la piccola azienda toscana potrà chiedere ad Autostrade di comprare il brevetto.
Autostrade ha però replicato annunciando che i Tutor non saranno rimossi dalla rete, ma saranno immediatamente sostituiti con un nuovo sistema diverso da quello attuale entro tre settimane. La società ha anche deciso di impugnare la sentenza presso la Corte di Cassazione. Nel frattempo si farà carico della sanzione pecuniaria di 500 euro al giorno “per mantenere attivo il sistema attuale fino alla sostituzione e evitare che vengano annullati i benefici del Tutor che ha ridotto del 70% il numero di morti sulla rete autostradale”.
Il Tutor è un dispositivo capace di leggere le targhe di tutti i tipi di veicoli grazie a due postazioni a distanza collegate con un elaboratore centrale che calcola i tempi di percorrenza e rileva le violazioni dei limiti di velocità. Nel 2015 la Cassazione aveva respinto il ricorso di Autostrade che sosteneva la nullità del brevetto Craft e aveva disposto un nuovo giudizio di Appello per stabilire se Autostrade avesse contraffatto il dispositivo inventato da Romolo Donnini.
“La decisione della Corte d’Appello di Roma – spiega Autostrade – riconosce che non c’è stato alcun arricchimento da parte di Autostrade per l’Italia, non avendo la concessionaria ottenuto alcun vantaggio economico dall’utilizzo del sistema che ha come unico obiettivo quello di tutelare la sicurezza dei clienti, né alcun danno per Craft. Pertanto, la sentenza di oggi non prevede alcun indennizzo a beneficio di Craft per l’utilizzo del sistema.