Monte dei Paschi, dal 2021 al 2015, non ha contabilizzato in modo tempestivo rettifiche su crediti per oltre 11 miliardi di euro nei propri bilanci. Lo hanno accertato i periti Gian Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini, che il gip di Milano Guido Salvini ha incaricato per verificare la corretta contabilizzazione delle rettifiche risultanti da tre ispezioni di Bankitalia e Bce tra il 2012 e il 2017, nell’ambito del procedimento che vede indagati per falso in bilancio gli ex vertici di Mps, Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori. Una somma che è pari a 7,77 miliardi al netto dell’effetto fiscale, cifra “di importo pressoché analogo” agli 8 miliardi chiesti al mercato con gli “aumenti di capitale avvenuti fra il 2014 ed il 2015.Per i periti le rettifiche effettuate da Mps dopo gli interventi della vigilanza erano “omesse svalutazioni per competenza di posizioni altamente problematiche”. “Le procedure e le direttive sino al 2017 sono risultate generiche, lacunose e, di conseguenza, totalmente inefficienti per una corretta classificazione e valutazione dei crediti”, e, per i periti, hanno consentito “comportamenti quantomeno non omogenei e discrezionali da parte dei ‘valutatori del credito’ della banca con conseguente violazione della normativa e dei principi contabili internazionali in materia e produzione di impatti quantitativi di assoluto rilievo”.