Oltre tredici milioni di euro è il valore del finanziamento che il programma Prima (Partnership for research and innovation in the mediterranean area) ha assegnato alla ricerca italiana nel settore agroalimentare e delle risorse idriche nell’ambito dei bandi 2022.
Lo comunicano il ministero dell’Università e della ricerca e il segretariato Italiano di Prima ricordando che nel 2022 il Programma europeo – partito nel 2018 e della durata di 7 anni – finanzia, complessivamente, con 61 milioni di euro 34 progetti che coinvolgeranno circa 350 unità di ricerca.
In prosecuzione con il trend positivo già registrato nelle precedenti edizioni, gli ottimi risultati conseguiti dall’Italia nel quinto anno di attuazione dei Bandi Prima confermano, pur in attesa della formale adozione della lista completa dei progetti finanziati, la leadership anche scientifica che i nostri ricercatori e innovatori hanno saputo conquistare. L’esito più che positivo dimostra l’eccellenza e la competitività della ricerca italiana che si distingue non solo ottenendo circa il 22% del budget totale a disposizione per quest’anno (13,1 milioni su 61) ma anche il maggior numero di unità di ricerca coinvolte (59 su 350) impegnate su quasi la totalità dei progetti finanziati (30 su 34), di cui 10 a guida italiana. Di rilievo anche il rapporto tra il finanziamento nazionale del ministero Università e ricerca (7,4 milioni) e il contributo europeo (5,4 milioni).
Le ottime performance del 2022 si sommano a quelle registrate nel periodo 2018-2021. In totale, nei cinque anni sono stati finanziati 159 progetti con la partecipazione italiana (su un totale di 202), di cui 70 direttamente coordinati, raccogliendo in tutto circa 65 milioni di euro su 289 milioni finora erogati dal Programma.
“I risultati dei bandi 2022 di Prima per noi sono una grande soddisfazione – ha detto Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della ricerca – Confermano la qualità del sistema della ricerca italiana, un sistema capace di concorrere e collaborare a livello internazionale. Il successo di Prima e il ruolo del nostro Paese attraverso il Segretariato Italiano rafforzano l’azione necessaria per affrontare temi complessi legati all’Agritech e al Mediterraneo: due priorità strategiche per l’Italia e per l’Europa. Programmi come Prima, che mettono insieme gli attori della ricerca di Paesi europei ed extra UE, rappresentano un tassello fondamentale a beneficio dell’intera regione euro-mediterranea, in un’area e in un settore come quello dell’agro alimentare dove l’Italia ha dimostrato di poter e voler stare in prima fila”.
I progetti vincitori, ciascuno con una forte componente di innovazione, sono distribuiti sulle varie aree tematiche previste dal Programma: gestione efficiente delle risorse idriche, dei sistemi agroalimentari, della filiera alimentare e del nesso tra ecosistema, acqua, cibo ed energia.
Propongono, infatti, soluzioni per la raccolta idrica con metodi naturali e artificiali per una gestione sostenibile e integrata dell’acqua; progetti di raccolta e sviluppo di dati integrati per la gestione del suolo ; proposte di fonti proteiche alternative per la filiera alimentare mediterranea; innovazioni per prevenire e ridurre la salinizzazione e l’inquinamento dei terreni e delle acque dovuto alle attività agroalimentari; soluzioni per migliorare la sostenibilità dell’agro-pastorizia nel contesto del cambiamento climatico; progetti per sostenere la transizione verso comportamenti alimentari sani e sostenibili.
“Sono orgoglioso di constatare che il programma Prima, la più ambiziosa iniziativa di ricerca e innovazione agrifood mai lanciata nel Mediterraneo, è ormai riconosciuto a livello internazionale quale attore strategico sia in termini di diplomazia scientifica, sia in ragione del contributo che può offrire alle sfide del cambiamento climatico e della sicurezza alimentare . dichiara Angelo Riccaboni, presidente della Fondazione Prima, Barcellona – La rilevanza di Prima è stata ribadita anche nella recente Cop27, nonché in occasione dei dialoghi ministeriali del Mediterraneo promossi dal Maeci sulla crisi alimentare che hanno proposto un’alleanza di attori per valorizzare i risultati della ricerca a favore delle aziende, delle comunità e delle società euro-mediterranee. Gli ottimi risultati raggiunti nei cinque anni di attuazione sono incoraggianti per Prima anche in vista della negoziazione volta a garantire la prosecuzione del Programma, oltre il 2024”.
I bandi 2023 per i quali il ministero dell’Università e della ricerca mette a disposizione dei ricercatori italiani 7 milioni di euro, saranno formalmente aperti il 17 gennaio 2023.
Per facilitare la partecipazione ai bandi, il Mur, il Segretariato Italiano di Prima e Apre, nel corso del mese di gennaio, presenteranno le nuove opportunità di finanziamento in un evento ibrido, in presenza e online, presso il Ministero durante il quale saranno illustrate le tematiche oggetto di finanziamento nel 2023 ed esperti di progettazione europea daranno informazioni e spiegazioni a supporto della partecipazione italiana ai bandi.
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