Garantire l’equilibrio faunistico, tutelare la fauna selvatica e gestire il territorio in modo corretto a fini faunistici venatori. Questi gli obiettivi della proposta di legge licenziata dalla commissione sviluppo economico del consiglio regionale, presieduta da Gianni Anselmi (Pd). L’atto ha ricevuto il parere favorevole del Partito democratico e l’astensione di M5S, Lega e gruppo misto.
In virtù dell’esperienza maturata e a seguito del riordino delle funzioni, grazie al quale la Toscana è divenuta competente sulle politiche per la caccia nel 2016, si è sentita la necessità di modificare alcune disposizioni. Tra le principali modifiche, c’è la possibilità per la Regione di avvalersi di soggetti terzi per l’espletamento di alcune funzioni, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza ed ottimizzare le risorse. Si rivedono, poi alcune norme in materia di affidamento dei contratti da parte degli ambiti territoriali di caccia e si prevede l’istituzione di un fondo di rotazione regionale per il supporto agli Atc in difficoltà finanziarie a carattere eccezionale. Si istituisce un comitato scientifico composto da esperti con il compito di valutare la “consistenza faunistica” delle diverse specie sul territorio regionale ed assicurare una corretta gestione dell’equilibrio faunistico. La nuova disciplina interviene anche sulle funzioni degli Atc ai quali sarà chiesto di provvedere alla realizzazione di centri di sosta e alla stipula di convenzioni con centri di lavorazione delle carni; di determinare ed erogare, nel rispetto delle linee guida stabilite dalla giunta regionale i contributi per gli indennizzi dei danni; di proporre alla Regione l’istituzione, la revoca e la regolamentazione di zone di rispetto venatorio.
Nella proposta di legge si stabilisce, poi, che nel caso ci siano particolari necessità ambientali, la Giunta regionale può procedere alla costituzione o alla modifica coattiva del perimetro delle oasi di protezione, delle zone di ripopolamento e cattura e di quelle di rispetto venatorio. Sarà la giunta ad istituire le zone di rispetto venatorio e ad autorizzarvi la caccia oltre che agli ungulati anche alla volpe, alla cornacchia grigia e alla gazza.
Il modello sperimentato con la legge obiettivo per la gestione degli ungulati, permette di introdurre nell’ordinamento regionale gli strumenti necessari per una gestione finalizzata al mantenimento delle densità sostenibili, anche interspecifiche, definite a livello locale, tenuto conto dei danni effettivi alle coltivazioni agricole e ai boschi, anche potenziali, ai fini della riduzione dell’impatto sulla biodiversità e le attività antropiche.
La commissione ha respinto il disegno di legge presentato dal gruppo Sì-Toscana a sinistra che intendeva correggere la normativa toscana del 1994 in particolare nella ripartizione delle risorse destinate alle associazioni venatorie (l’8 per cento del totale previsto per l’attività programmata e la protezione della fauna). L’utilizzo delle risorse come attualmente previsto, si legge nella relazione di accompagnamento alla proposta, risulterebbe in contrasto con la normativa nazionale che ne prevede l’erogazione per “finanziarie specifici progetti valorizzazione del territorio e non come finanziamento a fondo perduto per attività associative”. L’intento era dunque quello di dirottare e incrementare i fondi per la “prevenzione e il risarcimento dei danni alle produzioni agricole”.