I cacciatori degli ambiti senesi si contraddistinguono per la grande solidarietà. Sono infatti loro i primi a dare un contributo al Banco alimentare toscano consegnando il primo lotto di carne di selvaggina.
La lavorazione dei capi è stata fatta dal Centro lavorazione selvaggina Sant’ Uberto di Bologna. Il progetto ha preso corpo in seguito ad una delibera della giunta regionale del 2020 e coinvolge cacciatori, amministrazioni, enti parco regionali, squadre di caccia al cinghiale, distretti di gestione degli ungulati, aziende faunistico venatorie, aziende agrituristiche venatorie.
Soddisfazione è stata espressa dall’assessore all’agroalimentare Stefania Saccardi. “L’impiego socialmente utile delle carni dei cinghiali abbattuti ci dà la possibilità di far fronte in parte all’emergenza ungulati e al tempo stesso di distribuire alle persone in difficoltà alimentare-spiega-, un prodotto ad alto valore nutrizionale come la carne che fornisce proteine nobili. Oltretutto l’iniziativa si inserisce alla perfezione in un’ottica di economia circolare, che permette di ottimizzare le risorse del nostro territorio con un obiettivo non solo sociale ma ambientale”.
“Questa prima significativa consegna di carne di ottima qualità non è un gesto simbolico, ma un atto concreto e reale di aiuto alle fasce più deboli della nostra società – commenta l’assessore alla salute, Simone Bezzini-. E rappresenta anche un esempio di cooperazione e interazione tra enti e soggetti diversi, che hanno messo a disposizione la propria professionalità e il proprio impegno per realizzare questa iniziativa solidale. Sicuramente non è la prima volta che ci troviamo di fronte alla cessione in beneficenza della selvaggina, ma è la prima esperienza italiana, in cui viene strutturato e per così dire istituzionalizzato un percorso ufficiale e controllato del tutto sovrapponibile alle filiere agroalimentari di prodotti di alta qualità.