La Toscana ha fatto accordi con Umbria e Lazio per determinare le regole e il flusso dei cacciatori che, residenti in una regione, cacciano in un’altra.
La Toscana si è accordata con Umbria e Lazio per determinare le regole da applicare ai cacciatori ‘pendolari’ o ‘in trasferta’, quelli che cioè risiedono in una regione ma cacciano, solitamente, in un’altra confinante. La giunta toscana ha approvato i due accordi, validi per la stagione venatoria in corso, che sono parte di una stessa delibera presentata dall’assessore Marco Remaschi.
La Toscana è suddivisa in ambiti di caccia ed esiste una norma che prevede l’iscrizione anche a chi non è residente nella regione: il tetto è del 4 per cento dei cacciatori ammissibili per ciascun ambito che diventa il 5 per cento, con accesso giornaliero in mobilità, per la caccia migratoria o la battuta al cinghiale.
L’intesa tra Umbria e Toscana
Nell’accordo stretto con l’Umbria i cacciatori provenienti dalle due regioni e che intendono richiedere la residenza venatoria in una diversa da quella dove hanno la residenza anagrafica avranno la priorità su quelli che richiedono l’iscrizione agli ambiti come ulteriore Atc. In Toscana in particolare avranno la priorità i primi settecento cacciatori umbri che presenteranno domanda e saranno riservati almeno mille posti per le prenotazioni giornaliere. Settecento saranno anche i cacciatori toscani a cui sarà concessa la priorità nell’iscriversi ad un ambito umbro. Per la caccia al cinghiale i cacciatori delle due regioni, iscritti nella precedente stagione venatoria in squadre locali, saranno riconfermati per la durata del presente accordo, previa iscrizione all’Atc di competenza.
Le regole per Lazio e Toscana
Anche ai cacciatori laziali (o ai toscani che decideranno di cacciare nel Lazio) si applicano regole simili. Ciascuno avrà così la priorità rispetto ad altri cacciatori non residenti, senza (in questo caso) alcun tetto massimo sulle domande. Per i posti giornalieri disponibili per la mobilità venatoria saranno garantiti almeno mille posti ai toscani in Lazio e ai laziali in Toscana, da usufruire dal 1 ottobre 2016 fino al termine del 31 gennaio 2017 per la caccia alla selvaggina migratoria da appostamento o per la caccia agli ungulati, fino ad un massimo di diciotto giornate per cacciatore. Per la caccia al cinghiale in battuta, le squadre provenienti dalle due regioni saranno accolte nella misura e con le modalità previste dai rispettivi regolamenti regionali.
Per i cacciatori ‘pendolari’ di Lazio e Umbria, come anche per i toscani che si sposteranno nelle due regioni limitrofe, rimane invariata anche la parte economica: dovranno pagare 35 euro, la stessa quota del 2015 senza alcun aumento.