“Ci chiedevamo per cosa sarebbe stato ricordato questo Comune e fino a oggi non avevamo una risposta che improvvisamente c’è arrivata: per la vendita o per la svendita non solo di beni ma della nostra storia e dei nostri ricordi. Speriamo solo che quanto è stato ricavato vada ben gestito e non vado a coprire buchi che generano altri buchi”.
Questa l’accusa che muove la società sportiva dell’Alberino dopo che è stata resa noto il passaggio di proprietà da parte di palazzo pubblico del Campino fuori Porta Ovile. L’Alberino ha comunicato di aver presentato in passato un progetto di riqualificazione della zona l’Alberino “con un impianto sportivo e un’area aperta al pubblico e ai bambini” e di aver inviato delle lettere al Comune dove si manifestava “un interesse che includeva nel progetto anche le contrade limitrofe e il quartiere di Ravacciano, con l’obiettivo comune di creare i presupposti per il recupero dell’area che sarebbe stata ripulita e messa in sicurezza per utilizzi sociali”.
“Non ci poteva essere messo un vincolo di destinazione pubblica? Quali garanzie ha la comunità di potervi domani accedere e utilizzarlo? Lasciamo un bene storico come le Fonti all utilizzo privato? – continuano dall’Alberino-Oggi assistiamo all’ennesima vendita di un pezzo di Siena, capiamo che tutto ha un prezzo, che le risorse nei comuni sono limitate, ma non per tutti, che a Siena non siamo capaci di attrarre fondi europei e quando ci piovono addosso preferiamo non utilizzarli”.
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