Un negozio di alimentari? 1750 euro in più. Un parrucchiere? 8100. Un ristorante? Più di 12mila. Sono le proiezioni sul 2022 per l’aggravio dei costi energetici a carico di alcune attività commerciali–esempio. Le ha realizzate Confesercenti utilizzando i dati di Arera, l’Autorità energetica nazionale.
“Se qualcuno non avesse ancora capito, questa è la situazione che stanno vivendo le nostre imprese, anche a Siena o in Valdichiana, sull’Amiata o in Valdelsa e nel Chianti. Nel primo trimestre del 2022 i costi di energia elettrica e gas per famiglie e piccole imprese sono in crescita rispettivamente del +131% e del +94% rispetto allo stesso periodo del 2021 – evidenzia Leonardo Nannizzi, Presidente provinciale di Confesercenti – che a una vera e propria stangata per le imprese, con aumenti fino a +12mila euro annui per i ristoranti”. Un impatto in parte moderato dalle misure già introdotte dall’esecutivo, ma che resta comunque troppo pesante per tutti: “per le imprese gli aumenti sono i più forti: un negozio di commercio alimentare di ortofrutta pagherà in media nel 2022 4.371 euro, 1.754 in più del 2021; un parrucchiere 8.108, per una maggiorazione di 3.307 euro sull’anno precedente; un bar 12.295 euro (+5.648 euro rispetto al 2021) e un ristorante 26.160 euro, con una spesa aggiuntiva vicina ai 12mila euro in più (+11.780)”.
Una situazione che settimana dopo settimana non accenna a ridimensionarsi: “per le prossime ore è atteso un nuovo Decreto bollette, vedremo le misure che effettivamente conterrà – osserva Nannizzi – Confesercenti ha espresso al Ministro della Transizione Ecologica tre proposte concrete di intervento in prospettiva: incentivare i consorzi e gruppi di acquisto di piccole imprese per l’acquisto di energia, creare un gruppo di lavoro ministeriale con chi rappresenta le imprese sugli investimenti ‘green’ nelle piccole attività, favorire la creazione di comunità energetiche in quei luoghi come i centri storici che, per posizione e vincoli urbanistici, sono impossibilitati a realizzare interventi per utilizzare energia rinnovabile. Le risorse ci sono: il solo aumento dei prezzi dei carburanti porterà nelle casse dello stato 2,7 miliardi di euro di più in accise. E’ tempo di agire in fretta. Il tempo sta passando e niente sta migliorando”.