Domenica 6 febbraio sarà il giorno della serrata delle piscine in provincia di Siena. Chiuderanno le piscine comunali del Capoluogo, la piscina comunale di Montepulciano e la piscina comunale di Abbadia San Salvatore.
La decisione nasce dalla protesta del comitato Uisp di Siena che, in una nota congiunta con il suo omonimo fiorentino, ha motivato la scelta “per richiamare l’attenzione degli enti locali e soprattutto del governo sulla situazione drammatica del comparto. Gli aumenti delle bollette di gas ed energia e il dimezzamento dell’utenza a causa di contagi e quarantene per il covid-19 hanno messo alle corde i gestori degli impianti”.
In due anni di pandemia da covid “10 li abbiamo passati chiusi mantenendo tuttavia costi enormi che ci hanno generato perdite molto significative”, sottolineano dal Coordinamento evidenziando come, nonostante che le piscine abbiano chiuse per prime e per prime abbiamo imposto l’obbligo di green pass, “lavoriamo ancora al 40% della capienza in ragione dei limiti Covid (di fatto mai allentati)”. Dalla Uisp è stata calcolata una diminuzione dell’utenza e fatturato del 50-60%, ma “i vari decreti ristori hanno garantito somme che arrivano nemmeno al 5% dei ricavi annuali”, sottolineano.
“Ogni giorno registriamo disdette, mancati rinnovi e richieste di rimborsi, e si tratta di una dinamica che produrrà i propri effetti almeno sino al mese di maggio – aggiungono – Il “caro bollette” con aumenti superiori al 50% è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Solo per fare un esempio: in un impianto di medie dimensioni si registravano circa 20mila euro al mese di utenze, oggi siamo ben oltre 30mial euro, ciò significa 120mial euro di rincari annui su un singolo impianto” .
Il senso della protesta è quello di “sensibilizzare l’opinione pubblica, gli enti locali ed il governo sugli aspetti economici ma soprattutto invitare a un atto di responsabilità per difendere lo sport di base, ignorando l’importanza che ha per le nuove generazioni”.
La richieste fatte sono: “150 milioni di ristori da destinare ai gestori, distribuiti con criteri semplici ed equi; si chiede di premiare gli impianti sportivi “non energivori”; l’estensione dell’Ecobonus 110% agli impianti natatori per l’efficientamento energetico degli impianti e la riduzione delle emissioni; un intervento per il caro bollette: è indispensabile che il Mise annoveri le Piscine negli aiuti previsti per gli impianti energivori”.