La stesura del testo di legge, che si appresta a recepire la direttiva europea 2014/17 sui mutui, si preannuncia come un cambiamento epocale per il comparto creditizio.
La legge, sebbene sia ancora in corso di discussione, dovrà essere approvata entro oggi, 21 marzo, ovvero entro il termine ultimo previsto dalla direttiva europea.
Nello specifico, si prevede che dopo diciotto rate non pagate dal mutuatario le banche potranno entrare in possesso dell’immobile e procedere all’esproprio senza passare dall’asta giudiziaria (evitando come è noto un iter particolarmente complicato). La casa potrà essere messa in vendita solo con uno specifico atto di disposizione dell’immobile da parte del consumatore, dunque, la banca non potrà imporla al sottoscrittore del mutuo e non potrà essere retroattiva. La valutazione dell’immobile dovrà essere eseguita da un perito nominato dal tribunale e affiancato da un esperto di fiducia del mutuatario. Il trasferimento del bene alla banca comporterà in ogni caso la totale estinzione del debito, ciò significa che la banca sarà obbligata a cancellare il mutuo, anche se il valore dell’immobile dovesse essere inferiore al debito residuo.
Nella situazione attuale invece, dopo sette rate non pagate dal mutuatario, un istituto di credito può rivolgersi al giudice per chiedere il rimborso del debito e nella maggior parte dei casi deciderà di mettere la casa all’asta. Il problema in questi casi è dato dal fatto che i prezzi delle case messe all’asta non rispecchiano il valore di mercato, quindi, qualora ad esempio vadano deserte anche solo due aste, il prezzo della terza scenderà di circa il 50%, con la conseguenza che, se la banca non riesce a ricavare dalla vendita il credito residuo, la posizione debitoria del mutuatario insolvente rimane aperta.
Studio Concredito