Investire sulla manutenzione degli alloggi, individuare nuovi criteri di assegnazione delle case popolari fin dal prossimo bando che dovrà essere redatto dalla prossima amministrazione che sarà eletta e creare un ufficio comunale per supportare i cittadini assegnatari. Sono queste alcune proposte concrete lanciate da Fabio Pacciani, candidato sindaco del Polo Civico Siena sul tema dell’edilizia residenziale pubblica (ERP).
“Il tema delle ‘case popolari’ – continua Pacciani – è fondamentale per il futuro della nostra città. Oggi è Siena Casa Spa la società che cura gli aspetti contrattuali e la manutenzione degli immobili per conto dei 36 comuni della nostra provincia. Nella nostra città sono 1100 le case popolari gestite da Siena Casa di cui una parte, pari al 7 per cento circa, non è in condizioni di essere usufruita per questioni legate alle manutenzioni. Vista la crescente domanda di alloggi nel Comune di Siena è necessario invertire questa tendenza e tornare ad investire risorse sulla manutenzione degli alloggi, convertendo il canone di concessione richiesto dal Comune a Siena Casa Spa in interventi di ammodernamento e abitabilità delle case popolari. Interventi pianificati ogni anno al fine di rimettere sul mercato progressivamente il 100 per cento delle case a disposizione di Siena casa. A questo si aggiunge l’impegno del Comune e di Siena Casa a intercettare ogni contributo possibile da destinare alla ristrutturazione degli immobili per metterli a disposizione degli utenti. Un impegno fondamentale perché con le entrate dei canoni si coprono solo il 45 per cento dei costi di gestione: oggi il canone di locazione è in media di 105 euro al mese per ogni nucleo familiare, ma un terzo degli affittuari paga 40 euro. E infine, a Siena, c’è un 10 per cento di famiglie totalmente a carico del Comune”.
“Il Comune – continua Pacciani – deve fare uno sforzo in più per programmare azioni che portino, anno dopo anno, al completo utilizzo del patrimonio di edilizia popolare sfitto e dall’altro intervenire per la sua riqualificazione. Per fare questo occorre avere, innanzitutto un’idea precisa dei cambiamenti del corpo sociale della nostra città e dei nuovi bisogni abitativi sia per chi è in piena difficolta sociale ed economica ma anche per chi, come giovani coppie e/o giovani single, ha difficoltà a reperire una casa in affitto a prezzi di mercato, pur lavorando. Per questo è necessario individuare e allargare i criteri di assegnazione anche approfondendo i dati legati al bisogno sociale e abitativo. Con l’assegnazione dell’alloggio va inoltre avviato un rapporto di dialogo, una vera e propria attività di mediazione sociale costante tra il Comune e gli assegnatari, anche verificando che chi riceve una casa popolare gestisca quel bene ‘comune’ in maniera decorosa, civile e senza danneggiarne struttura e interni. In questo contesto è necessario diffondere una cultura dei beni comuni e della custodia delle case popolari come luoghi che appartengono a tutta la comunità. L’impegno per l’edilizia popolare è strettamente collegato a quello sul welfare e su un’idea di città solidale, inclusiva e capace di rispondere nel modo migliore possibile all’esigenza abitativa dei suoi cittadini, a cominciare da chi ha bisogno di un aiuto e di un sostegno da parte della comunità”.