La Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi ha affidato una maxiperizia ai carabinieri di Ros e Racis per effettuare una serie di accertamenti tecnici. E’ quanto annunciato dal presidente della stessa commissione, Pierantonio Zanettin.
Sono 49 quesiti affidati ai reparti speciali per fare luce sul caso dell’ex capo della comunicazione di Mps, “a cominciare dalla richiesta di procedere con la simulazione della precipitazione di Rossi attraverso l’utilizzo di un manichino antropomorfo- viene dichiarato dai parlamentari M5S membri della commissione a margine della conferenza odierna sull’affidamento della maxi perizia-: sin da subito abbiamo ritenuto che tale esperimento, inizialmente preso in considerazione da uno dei pm che temporaneamente si occupò del caso ma mai eseguito e che oggi, grazie all’utilizzo delle tecnologie più avanzate e all’avanguardia, verrà svolto con l’ausilio di un software che simulerà il corpo che cade, possa fornire degli elementi interessanti sulla posizione di partenza di Rossi, sulla dinamica della caduta e sull’eventuale intervento di terzi nella dinamica”.
“Ma non è questo l’unico accertamento che come Movimento 5 Stelle abbiamo sollecitato – spiegano -, riscontrando peraltro la disponibilità da parte della presidenza e di tutti i commissari. Dopo aver esaminato approfonditamente la documentazione acquisita dalla Commissione e aver appurato alcune incongruenze, è sorta la necessità di espletare nuove verifiche sui tabulati telefonici, sui video e sui dispositivi informatici all’epoca utilizzati da Rossi. Avevamo promesso che non avremmo lasciato nulla di intentato per fare chiarezza su una vicenda ancora piena di ombre e così stiamo facendo. Vogliamo la verità su quanto accadde in quella tragica sera di quasi nove anni fa”, concludono.
“Siamo in presenza di tanti e articolati quesiti – ha affermato il capo del Racis, Riccardo Sciuto-. Sulla precipitazione del corpo utilizzeremo un software che simulerà il corpo che cade. Per fare ciò torneremo sulla scena dei fatti dove verrà impiegato uno scanner 3d che ricostruisce in tre dimensioni la scena del crimine”.
“I quesiti che ci sono stati sottoposti riguardano i dati del traffico telefonico sviluppato dagli apparecchi in uso a Rossi e dai dispositivi delle persone coinvolte nell’indagine. Noi lavoreremo su materiale già acquisito. Noi cercheremo di fare ciò che facciamo già nelle indagini più complicate e complesse. Analizzeremo non la singola utenza ma verrà messo a confronto ogni singolo traffico con gli altri. Un lavoro particolarmente complesso ma ci auguriamo di fare un buon lavoro e di non lasciare spazi inesplorati”. Lo dice il capo del Ros, Pasquale Angelosanto.