E’ stata una domenica speciale quella vissuta a Chiusi Città in occasione del ricordo della carismatica figura di Don Mosè Mannelli, parroco scomparso nel 2015, al quale è stato intitolato uno degli angoli più belli e suggestivi del centro storico, ovvero lo scorcio di Piazzetta dell’Olivazzo.
Alla cerimonia, che si è svolta dopo la celebrazione della Santa Messa in Duomo, hanno partecipato le autorità civili, religiose, tra cui il vescovo della Diocesi di Montepulciano Chiusi e Pienza, e militari della città oltre che tante persone legate alla figura di un parroco mai dimenticato.
“Don Mosè – dichiarano il sindaco di Chiusi Juri Bettollini e l’assessore Daniela Masci – è stato il parroco di tutta Chiusi e non c’è persona che non conosca o non abbia un ricordo legato alla sua persona. E’ stato un punto di riferimento, un uomo che ha amato la nostra città e che ha lavorato per farla crescere sotto ogni punto di vista. Di lui ci rimangono i tanti ricordi, i tanti sorrisi e soprattutto le tante lezioni di vita che è stato capace di trasmettere generazione dopo generazione con l’amore e l’esempio che solo una grande persona è in grado di dare. Intitolare Piazza dell’Olivazzo a Don Mosè è stato intenso ed emozionante e guardando quella targa non potremo non pensare al sorriso che per oltre mezzo secolo ha caratterizzato la gioia di vivere di una persona che non lascerà mai i nostri cuori.
Don Mosè, punto di riferimento per almeno tre generazioni di chiusini, è stato fautore di numerose iniziative di carattere culturale, educative, sociali e sportive dedicate ai ragazzi come l’organizzazione dei primi campeggi al Monte Amiata oppure la creazione del festival dei Ragazzi in Gamba (iniziativa che ancora oggi viene realizzata ogni anno). La targa in ricordo di Don Mosè è stata realizzata dall’artista Flavio Foderini della Ceramica Kamars. L’intitolazione della Piazza a Don Mosè Mannelli è nata grazie alla volontà dei cittadini di Chiusi mossi in una petizione popolare e dal lavoro della giunta e degli uffici comunali che hanno lavorato incessantemente per raggiungere l’obiettivo prima dei dieci anni stabiliti dalla normativa. Il benestare all’intitolazione è arrivato, infine, dalla Prefettura di Siena dopo aver ricevuto parere favorevole direttamente dal Ministero dell’Interno.