I voti li facciamo tutti. Ma i voti che si realizzano vanno onorati. E questo ha fatto Federica Olla. Da guida la conosceva eccome la via Francigena, ma con uno zaino in spalla ed un bordone in mano (si batte due volte a terra prima di partire), uscire da Porta Romana e avere come destinazione il colonnato del Bernini in San Pietro a Roma non è mica bell’è fatta.
Il voto era quello che facciamo tutti: “se vinco il Palio…”, poi di Palii ne hanno vinti addirittura due (Federica Olla è della Lupa e l’anno è quello del cappotto, il terzo trionfo sarebbe arrivato poco dopo) e quando si è sentita pronta con la testa, con il cuore e con i piedi non c’è altro da fare: andare. “Ad limina Petri. Pellegrinaggio sulla Francigena. Un diario scritto coi piedi. E col Cuore” edizioni Betti, prefazione di Duccio Balestracci, è un vero diario di viaggio, un diario scritto con le vesciche ai piedi non abituati a “macinare chilometri” e col cuore. Ma è un diario fatto di esperienze (l’incontro con il toro), di persone nuove con le quali parlare, di difficoltà da superare.
E fa piangere e ridere, e ti sembra di vederla quando si slaccia lo zaino e corre indietro dove si era fermata a fare la pipì perché si era dimenticata il bordone (“era come se avessi dimenticato un figlio” ha detto. Sì, perché il bordone è quello che da secoli caratterizza i pellegrini: sostegno nelle difficoltà, difesa nel pericolo). E
tutto, ad un certo punto, lo guarda con occhi nuovi e ad ogni passo si alleggerisce l’anima dei pesi e delle amarezze della vita, dei piccoli dolori, e alla fine spunta il sorriso. E gli ultimi passi li fa quasi a corsa, lì, in Piazza San Pietro quando va a farsi firmare l’atto che certifica il pellegrinaggio fatto. Il voto è sciolto. Ma ormai sei diversa, un’altra. Pronta a partire per una nuova avventura. Che si chiama “andare”, “scoprire”, “vivere”. E questa volta non ci sarà bisogno di un voto perché Federica si rimetta in cammino.
Maura Martellucci