Coldiretti sigla accordo di filiera “salva stalle” con Confcommercio per tutta la Toscana: nei bar della provincia di Siena latte locale

Garantire la giusta remunerazione del latte alla stalla e agli allevatori, far sì che in tutta la provincia di Siena così come nel resto della Toscana, si possano consumare cappuccini, gelati e dolci fatti con latte locale negli esercizi pubblici ed affrontare l’aumento esplosivo dei costi di produzione che sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle stalle presenti nel nostro territorio.

Si pone questi tre obiettivi il patto etico di filiera siglato tra Coldiretti e Confcommercio che varrà per tutta la Toscana. L’accordo è uno dei primi risultati ottenuti dalla grande mobilitazione che, qualche giorno fa, ha portato centinaia di allevatori in piazza per protestare contro le speculazioni che mettono a rischio le stalle. A partecipare alle manifestazioni ci sono stati anche oltre 200 giovani associati di Coldiretti Siena, guidata dal presidente Luigi Sardone. Questo per far capire quanto è caro il tema agli agricoltori della provincia. Occorre inoltre anche ricordare che gran parte del latte prodotto in Toscana viene dal Senese.

Secondo una rilevazione dei prezzi effettuata da Coldiretti un litro di latte sugli scaffali della grande distribuzione costa mediamente 1,72 euro al litro con punte fino a 1,85 mentre un litro di latte alla stalla viene pagato agli allevatori solo 37 centesimi. A causa del rilevante aumento dei costi di produzione e del rincaro delle materie prime e dei foraggi, le imprese di allevamento da latte sono allo stremo con compensi ormai da troppo tempo al di sotto dei costi di produzione e serve subito un patto di filiera tra allevatori, industrie e distribuzione per salvare il latte e le stalle in provincia e in Toscana. Questo l’allarme di Coldiretti Siena che sottolinea come sia necessario che nei contratti di fornitura fra le industrie di trasformazione e gli allevatori siano concordati compensi equi che coprano almeno i costi per evitare il rischio di chiusura, come previsto dalla recente direttiva approvata dal Consiglio dei Ministri per combattere le pratiche sleali che Coldiretti ha fortemente voluto e sostenuto. Secondo l’indicatore sintetico Milk Feed, elaborato dall’Ismea, che confronta il prezzo del latte alla stalla con quello di un pasto tipo per le mucche composto da mais e farina di soia, nell’ultimo anno si è scesi sotto la soglia ritenuta “critica”, segnale della sofferenza degli allevamenti- evidenzia Coldiretti Siena.

Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l’ultima indagine Ismea. Coldiretti Siena lancia poi un secondo allarme: a rischio c’è il futuro delle poco più di 200 stalle sopravvissute in Toscana dopo che una su quattro su quattro ha chiuso negli ultimi dieci anni e dopo che la produzione di latte è andata drasticamente riducendosi con la produzione che si attesta intorno alle 60 mila tonnellate nel 2020/2021, contro le oltre 80 mila nel 2003/2004. “La crisi energetica si affronta solo con la corresponsabilità dell’intera filiera, con il primo accordo – spiega Coldiretti – che assume un valore strategico, in un momento di crisi per l’agricoltura e il commercio causata dal calo dei consumi per il caro bollette e le preoccupazioni legate alla guerra in Ucraina con un effetto a valanga sul sistema agroalimentare e degli acquisti. L’obiettivo condiviso è promuovere la qualità delle produzioni toscane, assicurando la giusta distribuzione del valore all’interno di tutta la filiera. Iniziamo un percorso insieme per incrementare la distribuzione di latte locale negli esercizi commerciali regionali che porterà certamente sviluppi futuri di collaborazione”.