Colle val d’Elsa, il Tubone infiamma la campagna elettorale di Pii e Vannetti

Dopo la decisione del Tribunale delle Acque sul progetto del Tubone si infiamma la campagna elettorale a Colle Val d’Elsa.

Per il candidato civico Piero Pii il Comune il sindaco Donati “deve provare a portare a conclusione la procedura, naturalmente verificando con i propri avvocati se questa strada è possibile. Se ci sono, quindi, le condizioni per il ricorso in Cassazione”

Se eletto Pii promette di “aprire un confronto con la società” chiarendo come se ci fosse stato lui in carica “non avrei, quindi, mai fatto partire un progetto di questo tipo e non avrei fatto approvare gli atti con i quali un bene essenziale della città è passato da pubblico a privato. Sto parlando, in particolar modo dell’atto della Provincia. L’Elsa è dei colligiani e spetta a loro deciderne l’utilizzo”

“L’altro fondamentale punto è prospettare due strade, una dove la Cassazione darà ragione al Comune l’altra no – conclude Pii – Se la cassazione darà ragione al comune e se accadrà quando sarò sindaco fin da ora dichiaro l’impegno per rendere pubblico il bene. Se, invece, gli darà torto apriremo un tavolo di confronto con la società e verificheremo le condizioni per introdurre un sistema di controllo pubblico sull’attività di questa società, in primo luogo coinvolgendo a pieno titolo la Regione. Inoltre, ci impegneremo per far sì che il progetto non intralci la vita della comunità. In conclusione inviterei ad un confronto pubblico su questo tema il candidato Vannetti per poter dare una risposta coesa ed a tutta Colle su questo tema”.

Lo stesso Vannetti, candidato del centrosinistra, è intervenuto sul caso. Sul Tubone, spiega, “la conversazione in questo momento specifico si svolge all’interno delle aule giudiziarie e un eventuale ricorso in Cassazione, che deve essere obbligatoriamente valutato in maniera puntuale e non superficiale da parte dell’attuale amministrazione Donati, dovrebbe, a mio parere, prendere campo solo nel caso in cui non risulti essere estremamente oneroso e al tempo stesso dannoso per la città”.

“Dopodiché sottolineo che forse sarebbe stato necessario in passato negoziare con l’azienda detentrice di una concessione legittima, ancorché intraprendere azioni legali dall’esito pressoché certo”, prosegue.

Vannetti quindi ricorda la “discussione la salvaguardia del Parco dell’Elsa che, come ho detto più volte, è un prezioso patrimonio della città e come tale va protetto e valorizzato. È mia intenzione infatti, quando e se sarò sindaco, operare con un progetto strutturato per una maggiore valorizzazione del Parco che dovrebbe essere ampliato fino a inglobare anche i siti delle Vene e delle Caldane. Il Parco dell’Elsa dovrà diventare meta eletta di un turismo sostenibile. Dovrà anche essere autosufficiente dal punto di vista economico, autosostentandosi”.