L’immagine di Siena con in primo piano il profilo stilizzato di Guidoriccio, un messaggero di emozione e libertà. Questo è rappresentato nell’opera “Siena. Comunicare da dentro” che è stata realizzata dai detenuti della casa circondariale di Santo Spirito e che sarà consegnata domani nella sala del centro Emotrasfusionale del Policlinico Universitario “Santa Maria alle Scotte” di Siena,
Il quadro è stato realizzato nell’ambito del progetto “Siena, comunicare da dentro. laboratorio di pittura in carcere” curato da Monica Minucci per l’Associazione Culturing APS, realizzato grazie al contributo di Fondazione ChiantiBanca. Alle cerimonia di domani saranno presenti Antonio Davide Barretta, direttore generale dell’Aou senese, Sergio La Montagna, direttore della casa circondariale di Siena, la docente del corso Monica Minucci e la presidente dell’Associazione Culturing APS Carolin Angerbauer. Parteciperà all’evento anche uno degli autori dell’opera.
Il laboratorio è durato più di due mesi, dall’inizio di febbraio alla fine di aprile 2021. Dieci sono stati i detenuti che hanno partecipato. Quattro le attività del progetto: disegni preparatori su carta, pittura su tela, fotografia come strumento di documentazione dell’attività svolta, raccolta di documenti inerenti al tema oggetto del programma del laboratorio.
L’obiettivo principale “è stato quello di favorire la risocializzazione, aiutare i detenuti a sentirsi meno esclusi, a ritrovare il piacere di avere contatti con altre persone. Magari anche a prendere per la prima volta in mano una matita o dei colori per fare un disegno, proprio sotto la guida dei compagni di cella partecipanti al laboratorio. Questo serve molto a migliorare la vita in carcere, a promuovere scambi relazionali, agevolando, poi, il reinserimento nella società dopo che si è scontata la pena”, spiega un comunicato.
“L’Arteterapia aiuta i detenuti a ritrovare la libertà di esprimersi e a uscire dall’isolamento, ristabilendo rapporti con gli altri e incanalando positivamente e in maniera costruttiva le tensioni in attività legate alla pittura -prosegue il testo-. La presente attività ha voluto portare fuori dal contesto penitenziario quelle che sono le risultanze di un lavoro realizzato dai detenuti e finalizzato a realtà esterne e che ne andranno a beneficiare, in questo caso spazi espositivi ospedalieri, per creare un ponte comunicativo con l’esterno attraverso il lavoro artistico dei partecipanti all’opera”.