I finanzieri del Comando provinciale di Roma stanno eseguendo un decreto di confisca di beni per oltre 390 milioni di euro a carico dell’imprenditore Giovanni De Pierro, 69 anni, attivo – attraverso una pluralità di società – nei settori della compravendita di immobili, del commercio di auto, delle pulizie industriali, della gestione di servizi alle imprese e dei cantieri della nautica da diporto. Sono stati definitivamente incamerati dallo Stato il patrimonio aziendale di 83 società, con sede a Roma, Napoli, Milano, Regno Unito, Lussemburgo, Costa Rica, Isole Vergini Britanniche e Panama; le quote di 6 società, a Roma, Latina e Livorno; 64 immobili e 48 terreni, ubicati nelle province di Roma, Milano, Isernia, Frosinone, Sassari, Oristano, Livorno, Siena e Latina; 37 autoveicoli; un natante di 15 metri modello Cayman 52WA; oltre 18 milioni di euro tra rapporti bancari, postali, assicurativi e azioni. Tra i cespiti anche svariati negozi, per lo piu’ nel quartiere romano dell’Eur, e contante per 1,3 milioni di euro, trovato in una cassaforte dell’abitazione dell’imprenditore nel luglio 2008, quando fu arrestato.
Le investigazioni, spiegano le Fiamme Gialle, hanno consentito di riscontrare l’esistenza di un gruppo a struttura piramidale, con a capo De Pierro, il quale, mediante l’utilizzo strumentale di innumerevoli aziende, formalmente amministrate da compiacenti prestanome, era riuscito, da un lato, ad assicurarsi un elevato numero di appalti pubblici, specie nel settore dei servizi di pulizia e facchinaggio, e, dall’altro, a sottrarsi al pagamento di ingenti debiti nei confronti dell’Erario, dell’Inps, dell’Inail e di Enti locali. L’accertata sproporzione tra le ricchezze accumulate e i redditi dichiarati, insieme alla “pericolosità sociale” del protagonista della vicenda, hanno consentito di pervenire, dapprima, al sequestro dei beni, eseguito nel 2014 e, poi, alla confisca di primo grado alla fine del 2016.
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